Poste Italiane ha archiviato il 2020 con ricavi in calo a 10.526 milioni (-4% a/a). Il risultato operativo è sceso a 1.524 milioni (-14,1%) e l’utile netto a 1.206 milioni (-10,1%).
“Poste Italiane ha riportato risultati solidi nel quarto trimestre, con tutti i segmenti che hanno contribuito alla progressione della redditività operativa, gettando solide basi per la crescita futura di tutte le nostre attività”.
È con queste parole che Matteo Del Fante, Ceo di Poste Italiane, ha commentato i conti 2020.
“I volumi dei pacchi pari ad oltre 210 milioni, sono più che raddoppiati dal 2016 e, per la prima volta, l’aumento dei ricavi da pacchi ha più che compensato il calo dei ricavi da corrispondenza, confermando i pacchi come pilastro strategico per la sostenibilità dell’attività logistica in futuro. Il nostro rinnovato focus sul risparmio postale ci ha permesso di ottenere risultati record, con i minori deflussi dal 2012.
Durante questo anno difficile abbiamo beneficiato appieno del nostro modello di business
diversificato. Nonostante il primo e più duro lockdown abbia avuto un impatto grave sull’operatività per un quarto dell’anno, la resilienza dei nostri business ha portato nel 2020 ad un utile netto di 1,2 miliardi. Di conseguenza, è nostra intenzione proporre un dividendo di 0,486 euro che rappresenta un incremento del 5% anno su anno.
Abbiamo ottenuto ottimi risultati, perseguendo le nostre priorità strategiche. Abbiamo
semplificato il business retail e abbracciato il passaggio al digitale”, ha aggiunto il manager.
I ricavi totali si sono fissati a a 10.526 milioni (-4%; +1,4% a 2.964 milioni nel quarto trimestre), scontando gli impatti del lockdown legato all’emergenza da Covid-19.
Il settore dei servizi finanziari ha registrato un giro d’affari in calo a 4.945 milioni (-3,7%; -0,1% a 1.349 milioni nel quarto trimestre), con il lockdown che ha impattato sulle attività di consulenza sul risparmio postale, prodotti assicurativi, fondi comuni e distribuzione di prestiti personali e mutui, con il conseguente calo delle relative commissioni.
I ricavi generati dai servizi postali e commerciali sono scesi a 3.201 milioni (-8,3%; +1,4% a 950 milioni nel quarto trimestre), con il contributo positivo del comparto pacchi che ha in parte compensato il calo della corrispondenza.
Il settore assicurativo ha registrato una raccolta premi netta in diminuzione a 1.643 milioni (-1,6%; +0,1% a 451 milioni nel quarto trimestre); andamento che ha risentito del calo sia del ramo vita che del segmento danni.
I ricavi riferiti ai pagamenti digitali hanno toccato 737 milioni (+11%; +15,2% a 215 milioni nel quarto trimestre), sostenuti dall’aumento del numero dei pagamenti con le carte e dei volumi delle transazioni con carte, nonché dalla crescita dei ricavi delle telecomunicazioni.
I costi operativi sono scesi a 9.002 milioni (-2%; -0,2% a 2.690 milioni nel quarto trimestre), grazie alle azioni di efficienza strutturale poste in essere.
L’Ebit, pertanto, è diminuito a 1.524 milioni (-14,1%; +19,6% a 280 milioni nel quarto trimestre). Al netto delle componenti one-off, l’Ebit sarebbe ammontato a 1.564 milioni (-11,4%; +16,2% a 554 milioni nel quarto trimestre).
Il periodo si è chiuso con un utile netto di 1.206 milioni (-10,1%; +18,7% a 308 milioni nel quarto trimestre). Al netto delle componenti one-off, l’utile netto sarebbe stato pari a 1.158 milioni (-9,6%; +7,4% a 408 milioni nel quarto trimestre).
A fine dicembre 2020, il totale delle masse gestite/amministrate dal gruppo ammonta a 569 miliardi (+32,5 miliardi rispetto al 31 dicembre 2019), a seguito di una maggiore raccolta netta totale pari a 17,8 miliardi, distribuita su tutte le classi di prodotto, e di un effetto positivo sui valori di mercato degli attivi per 14,7 miliardi. I depositi sono aumentati di 13 miliardi, confermando una netta preferenza per la liquidità da parte della clientela.
Dal lato patrimoniale, la posizione finanziaria netta consolidata al 31 dicembre 2020 è positiva per 6.820 milioni (liquidità netta per 5.667 milioni a fine 2019).
Sul fronte della solidità patrimoniale, al 30 settembre 2020 il Solvency II del gruppo Poste Vita si attesta al 279% (276% al 31 dicembre 2019), ben al di sopra dell’ambizione manageriale del 200% nell’arco di piano. Le misure transitorie forniscono un cuscinetto addizionale di ulteriori 32 p.p. per assorbire in futuro possibili volatilità del mercato.