Mercati Usa – Apertura in rosso su timori rialzo inflazione, Nasdaq a -1,2%

Partenza negativa a Wall Street, in un mercato in cui sta prevalendo un atteggiamento di prudenza in scia ai timori per un rialzo dell’inflazione. Dopo pochi minuti di scambi, il Nasdaq cede l’1,2%, lo S&P 500 lo 0,8% e il Dow Jones lo 0,7%.

Gli operatori continuano a scommettere sulla progressiva ripresa dell’attività economica, grazie anche ai progressi nelle campagne di vaccinazioni, spostando gli acquisti verso i settori maggiormente ciclici.

Resta però sotto osservazione l’impennata dei rendimenti dei Treasuries, che pone interrogativi su quanto ancora possano salire i tassi prima di portare ad un riposizionamento tra le asset class, diventando dunque una minaccia per il rally dell’azionario.

Il rendimento del decennale americano risale di circa quattro punti base all’1,31%, mentre quello del biennale si mantiene allo 0,11%.

Intanto, dai verbali dell’ultima riunione della Federal Reserve è emerso che la banca centrale statunitense non vede ancora le condizioni per ridurre il massiccio programma di acquisto di titoli a supporto dell’economia americana, tuttora soggetta a rischi considerevoli per via della crisi sanitaria.

Tuttavia, il rimbalzo delle vendite al dettaglio negli Usa, con sorprese positive anche dalla produzione industriale e dai prezzi alla produzione, hanno spinto gli investitori verso un atteggiamento più cauto sui timori di un rialzo dell’inflazione.

Sul Forex il biglietto verde si indebolisce nei confronti delle altre valute, dopo la pubblicazione delle nuove richieste settimanali di sussidi di disoccupazione, salite a 861 mila unità dalle 848 mila della rilevazione precedente (rivista da 793 mila) e superiori alle 773 mila previste dal consensus.

Il cambio euro/dollari risale a 1,208 e lo sterlina/dollari a 1,396, mentre il dollaro/yen arretra a 105,7.

Tra le materie prime, infine, in rialzo le quotazioni del greggio con il Brent (+0,3%) a 64,6 dollari e il Wti (+0,6%) a 61,5 dollari, sostenuti dalle interruzioni della produzione in Texas a causa dell’ondata di gelo e dal calo delle scorte Usa evidenziato dal report Api.