Il gruppo bresciano ha chiuso il 2020 con risultati in forte crescita nonostante la pandemia, beneficiando soprattutto della fortissima accelerazione registrata nella seconda parte dell’anno e confermata nei primi mesi del 2021. Per l’esercizio in corso, la società stima di poter superare la soglia dei 200 milioni di fatturato, grazie a un solido modello di business che ha posto le basi per uno sviluppo strutturale con una strategia basata su un mix di crescita organica e per linee esterne.
“Siamo molto soddisfatti per i risultati raggiunti nel 2020, un anno record per l’azienda pur in un contesto certamente complicato e straordinario come quello causato dalla pandemia di Covid 19”.
Così commenta l’Amministratore delegato di Sabaf, Pietro Iotti, i conti dello scorso esercizio, ottenuti grazie sia a un contesto di mercato favorevole per il settore degli elettrodomestici sia all’impostazione di una strategia di crescita di medio lungo periodo strutturale e sostenibile.
Gli investimenti effettuati in innovazione, ampliamento della gamma prodotti e per una maggiore internazionalizzazione hanno infatti posto delle solide basi per un ulteriore sviluppo futuro, anche alla luce di un outlook che si conferma molto positivo.
“L’acquisizione di quote di mercato presso grossi clienti internazionali, l’ampliamento del footprint industriale e il contributo di eventuali altre operazioni di M&A costituiscono tre leve che riteniamo proiettino Sabaf verso una robusta crescita di medio-lungo periodo, al di là dell’attuale momento positivo del mercato” dichiara Iotti.
Entrando nel dettaglio dei numeri, il 2020 ha visto ricavi in aumento del 18,6% a 184,9 milioni (+8,4% a parità di area di consolidamento), frutto principalmente della forte accelerazione della seconda parte dell’anno dopo un primo semestre inevitabilmente condizionato dagli effetti della pandemia.
A livello di margini, l’Ebitda è cresciuto del 37,2% a 37,1 milioni con una marginalità salita al 20,1% (+280 punti base rispetto al 2019), mentre l’Ebit ha raggiunto i 20,1 milioni (+68,9% a/a) e l’utile netto è passato da 9,9 a 14 milioni (+40,8% a/a).
Il quarto trimestre 2020
In particolare, il quarto trimestre ha evidenziato un forte recupero superiore alle aspettative, confermando il trend iniziato nei tre mesi precedenti anche grazie a un contesto di mercato favorevole per il settore dei piccoli elettrodomestici.
I ricavi sono aumentati del 46,2% raggiungendo il livello record per l’azienda di 59,5 milioni, beneficiando anche dell’avvio degli accordi di fornitura con grandi clienti strategici internazionali e del cross-selling tra le divisioni gas ed elettronica.
Un risultato, quest’ultimo, principalmente frutto delle acquisizioni effettuate dalla società negli ultimi anni, che hanno consentito alle aziende entrate a far parte del perimetro del gruppo di usufruire della consolidata rete distributiva di Sabaf, creando importanti sinergie intra-divisionali.
“Rispetto a tre anni fa -conferma Iotti – oggi Sabaf ha delineato chiaramente la sua organizzazione strutturandosi in tre divisioni: la tradizionale della cottura a gas (bruciatori e rubinetti), le cerniere e l’elettronica (con l’acquisizione Okida nel 2018)”.
Per fare fronte alla repentina crescita degli ordini, inoltre, il Gruppo ha tempestivamente messo in atto misure che hanno permesso di incrementare e sfruttare al massimo la capacità produttiva e l’effetto della leva operativa, con un conseguente significativo miglioramento dei margini.
L’Ebitda è più che raddoppiato a 14,2 milioni con una redditività salita al 23,9% (+770 punti base), mentre l’Ebit è passato da 2,1 a 9,9 milioni con un ros al 16,6% (5,3% nel 4Q19). Il trimestre, infine, si è chiuso con un utile netto più che triplicato a 9,7 milioni.
L’aumento della marginalità ha consentito, inoltre, una solida generazione di cassa, con un free cash flow nel solo quarto trimestre positivo per 9,1 milioni che ha contribuito a finanziare gli investimenti pari a 5 milioni.
Il totale dei Capex per l’intero esercizio ha così raggiunto i 17,3 milioni (rispetto ai 12 milioni nel 2019), finalizzati principalmente all’industrializzazione di nuovi prodotti, destinati ad aumentare significativamente le quote con alcuni clienti strategici.
Un trend proseguito anche nei primi mesi del 2021, con il primo e secondo trimestre “previsti sui livelli di fatturato e marginalità visti negli ultimi mesi dello scorso anno. Tutte le nostre dieci fabbriche stanno viaggiando a piena capacità produttiva per soddisfare la domanda”.
L’M&A resta centrale nella strategia
Come detto, il forte incremento dei volumi ha consentito una maggiore leva operativa, migliorando la marginalità e, di conseguenza, la generazione di cassa. Elementi che garantiscono le risorse necessarie per proseguire la strategia di investimenti sia a livello organico sia per linee esterne, forti di una solida struttura finanziaria.
Al 31 dicembre 2020, l’indebitamento finanziario netto di Sabaf si è attestato a 56,3 milioni, con un rapporto Netdebt/Ebitda pari a 1,52x e un NetDebt/Equity ben al di sotto dei livelli di guardia a 0,48x.
Per quanto riguarda l’M&A, “i target per potenziali acquisizioni, come avvenuto in passato, restano aziende in grado di rafforzare la nostra offerta, senza escludere l’entrata in nuovi segmenti di business con l’opportunità di fare cross-selling” dichiara l’Ad di Sabaf.
Una strategia che può contare su un track record di successo dopo le operazioni Okida nel 2018 e CMI nel 2019, con il gruppo che è riuscito a gestire e integrare le neo-acquisite con risultati che a Brescia ritengono più che soddisfacenti.
In particolare, “Okida, azienda turca che ha consentito l’ingresso nel segmento delle componenti elettroniche per elettrodomestici, ha chiuso il 2020 con una crescita del 40%, registrando negli ultimi mesi tassi di sviluppo di circa l’80%”.
“Gli ordini che abbiamo ricevuto per i primi due trimestri 2021 confermano il forte trend della domanda, con tassi di crescita in linea all’ultimo quarter dello scorso anno. Riteniamo che avremo grandi soddisfazioni dall’elettronica, anche perché è un settore con buona marginalità” afferma Iotti.
Uno sviluppo significativo che ha visto protagonista anche l’altra neo-acquisita CMI (Cerniere Meccaniche Italiane), con tassi di crescita doppia cifra e un parallelo miglioramento della marginalità operativa.
La crescita organica: ampliare il footprint industriale
A fianco allo sviluppo per linee esterne, Sabaf intende continuare a perseguire anche quello organico per soddisfare la crescente domanda, prevista aumentare in maniera strutturale nei prossimi anni.
“Ad agosto, abbiamo acquisito un impianto in India con la previsione di iniziare la produzione di rubinetti e bruciatori a partire dalla seconda parte dell’anno. La forte crescita dell’elettronica negli ultimi mesi, inoltre, ha reso necessario avviare una nuova unità produttiva in Turchia a partire da quest’anno, con l’obiettivo di raddoppiare la capacità produttiva”.
Infine, “nelle scorse settimane abbiamo sottoscritto un preliminare di acquisto per un terreno in Messico, con l’obiettivo di costruire un nuovo impianto per produrre a partire dal 2022 bruciatori e cerniere per il mercato del Centro e Nord America”.
L’Outlook 2021
Per quanto riguarda l’evoluzione della gestione, l’outlook per Sabaf si conferma molto positivo. “Prevediamo che il primo semestre 2021 si mantenga sui livelli elevati degli ultimi mesi in termini di vendite e ordini, considerando che tutti i mercati continuano a registrare una domanda molto sostenuta” sottolinea Iotti.
Una tendenza che la società ritiene possa proseguire anche nel terzo trimestre, dato il progressivo riempimento della capacità produttiva anche grazie ai contratti di fornitura avviati lo scorso anno e ai progetti industriali in fase di realizzazione.
Per l’intero 2021, il management stima ricavi superiori a 200 milioni, con una crescita di circa l’8% rispetto al 2020. La diversificazione dell’offerta, la favorevole evoluzione dei prezzi di vendita e il pieno impiego della capacità produttiva dovrebbero inoltre bilanciare l’incremento del costo delle materie prime e un eventuale andamento sfavorevole dei cambi, consentendo di mantenere una redditività operativa prossima al 20% in termini di Ebitda margin.
Una guidance che lascia intravedere un futuro molto positivo per la società, ma comunque giudicata conservativa dagli analisti. Il primo trimestre, infatti, appare in linea agli elevati tassi di crescita degli ultimi mesi del 2020, mentre il portafoglio ordini garantisce già la visibilità sul primo semestre e buona parte del terzo trimestre.
Inoltre, la domanda del settore elettrodomestici sembra confermarsi tonica e, seppure è lecito attendersi un rallentamento con un progressivo ritorno alla normalità post pandemia, a Brescia sono conviti di aver posto le basi per una crescita strutturale anche grazie ai progetti e agli accordi strategici implementati dalla società.
Il tutto senza considera il contributo di eventuali acquisizioni che potrebbe fornire un ulteriore impulso allo sviluppo del gruppo, pur tenendo conto delle difficoltà nel portare avanti operazioni di M&A date le restrizioni a viaggiare che caratterizzano il contesto pandemico.