La Società attiva nelle Telecomunicazioni, nel Cloud e nell’Internet of Things ha chiuso il quarto trimestre con una forte crescita del fatturato (+43,6% a/a) e dei clienti (+34%) e con una posizione finanziaria netta al 31 dicembre positiva (cassa) per 5,9 milioni. Tali dati gestionali hanno impresso un’ulteriore accelerazione al titolo che dallo sbarco in borsa, avvenuto il 16 marzo 2020, ha già messo a segno un rialzo del 69%, sovraperformando nettamente l’indice Ftse Aim Italia, in progresso del 29% (variazioni calcolate alla chiusura del 16 febbraio 2021). A supportare le quotazioni contribuiscono il posizionamento in mercati dalle elevate prospettive di sviluppo e la spinta alla digitalizzazione impressa nell’ultimo anno dall’emergenza sanitaria. Da segnalare anche l’accordo con il Fondo Europeo Connecting Europe Broadband Fund (CEBF) su Unifiber, per la realizzazione di una rete in fibra ottica nelle aree grigie del Lazio.
Modello di business
Unidata opera nel settore Internet e Telecomunicazioni, con un’offerta specializzata nei seguenti ambiti: fibra ottica e connettività, cloud e data center, telefonia fissa, internet of things (IoT), servizi e prodotti accessori. La Società si focalizza su clienti business e pubblica amministrazione, ma negli ultimi tempi ha dedicato i suoi sforzi anche alla soddisfazione della fascia residenziale. I clienti complessivi sono oltre 10.000, con un customer retention rate pari al 97%.
L’Azienda ha investito in una rete in fibra ottica di sua costruzione e proprietà, così come è di sua realizzazione e proprietà il data center, necessario per erogare servizi di Hosting e Cloud Computing.
La rete in fibra ottica (FTTH), concentrata nella città di Roma e nel Lazio, si estende per 2.985 Km e consente una notevole autonomia nell’offerta di servizi di accesso e di rete senza dover acquisire servizi da terzi. Una quota pari a circa due terzi dell’infrastruttura è di proprietà della Società, mentre la parte rimanente è disponibile indirettamente tramite accordi IRU (Indefeasible Right of Use) fino a 15 anni.
Unidata è operatore autorizzato di Servizi pubblici di rete, Servizi pubblici di telefonia vocale in tutto il territorio nazionale, operatore di servizi pubblici Wireless Wi-Fi e su banda licenziata (26 GHz) sull’intera regione Lazio.
Dal 2017 si occupa anche di Internet of Things (IoT), come operatore di servizi wireless di tipo LPWA (Low Power Wide Area), sviluppando tecnologie, infrastrutture e servizi di rete, in un settore di grande interesse e con grandi potenzialità.
Unidata ha conseguito nel 2017 la certificazione ELITE di Borsa Italiana ed è una PMI innovativa, ha un suo gruppo di Ricerca & Sviluppo attivo su bandi di ricerca e collaborazioni scientifiche con diverse università.
Ultimi avvenimenti
Secondo i dati gestionali diffusi il 10 febbraio, redatti secondo i principi contabili italiani (OIC), Unidata ha chiuso il quarto trimestre del 2020 con ricavi di competenza pari a circa 7,2 milioni, in crescita del 43,6% rispetto allo stesso periodo del 2019. Il fatturato (ricavi di competenza al lordo di ratei e risconti) è pari a circa 13,2 milioni, rispetto a 11,4 milioni dello stesso periodo nel 2019, con un aumento attribuibile principalmente alla componente Fibra & Networking.
Al 31 dicembre 2020 la Società riporta una PFN positiva (cassa) per 5,9 milioni contro 8,3 milioni al 30 settembre 2020. Nel quarto trimestre è stata consolidata la partecipazione in Unifiber, con il versamento di 1,15 milioni in conto capitale/riserve e con il conseguente ingresso del fondo europeo Connecting Europe Broadband Fund. L’accordo mira alla realizzazione di una rete in fibra ottica nelle aree grigie del Lazio e determinerà per la Società un vantaggio commerciale sui competitor, permettendole di rivolgersi con anticipo sia alle utenze residenziali che alle aziende presenti nelle aree grigie.
Nel periodo ottobre-dicembre 2020 Unidata ha registrato un’importante crescita dei clienti, pari al 34% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e al 10,8% rispetto al terzo trimestre 2020. La crescita riguarda entrambi i principali segmenti di mercato; in particolare il mercato dei Clienti Business segna un incremento del 10,5% tendenziale e del 3,5% rispetto al trimestre precedente mentre il settore dei Clienti Retail registra uno sviluppo del 41,4% sullo stesso periodo del 2019 e un aumento congiunturale del 12,8%. Il segmento Wholesale resta in linea con tutti i periodi precedenti.
La rete in fibra ottica si è estesa, dal 30 settembre al 31 dicembre 2020, di 220 Km di cavi proprietari, raggiungendo un’estensione complessiva di 2.985 Km.
Conto Economico
Aspettando i dati del full year 2020 in uscita il prossimo 22 marzo, la relazione semestrale di Unidata al 30 giugno 2020 evidenzia un valore della produzione in crescita del 37,1% a 8,8 milioni. Il risultato è stato generato principalmente dai ricavi per connessioni in fibra ottica, che hanno registrato un incremento del 38,5% rispetto allo stesso periodo del precedente esercizio, e dalla concessione di diritti IRU/Wholesale ad altri operatori, in aumento del 36,9%.
L’Ebitda è pari a 2,6 milioni, in crescita del 25,8%, corrispondente al 30,1% del valore della produzione (32,8% nel periodo di confronto).
L’Ebit si attesta a 1,3 milioni, in miglioramento del 7,3% rispetto al primo semestre 2019, dopo ammortamenti e accantonamenti per complessivi 1,4 milioni (0,9 milioni nel 1H 2019).
Il Risultato Netto del periodo è positivo per 0,9 milioni, rispetto a 0,8 milioni dello stesso periodo 2019 (+6,4%).
Breakdown Ricavi
I ricavi delle vendite del primo semestre 2020 sono aumentati complessivamente, su base tendenziale, del 37,4% a 8,6 milioni.
Analizzandone la ripartizione per area di business, si nota come il 79,4% dei ricavi derivi dalla unit Fibra & Networking, che registra un incremento su base annua del 31,2% a 6,8 milioni.
In flessione i ricavi da Datacenter & Cloud (-17% a 850 mila euro), con un peso del 9,9% sul totale, mentre i ricavi da attività Varie e Smart solutions sono cresciuti esponenzialmente, da 31 migliaia a 0,9 milioni, e rappresentano il 10,8% del totale.
Stato Patrimoniale
Al 30 giugno 2020 la Società evidenziava una liquidità netta (cassa) pari a 9,3 milioni (3,8 milioni escludendo la raccolta IPO), in netto miglioramento rispetto all’indebitamento netto di 0,35 milioni al 31 dicembre 2019.
I dati sottolineano la capacità di Unidata di generare cassa, grazie alla propria attività caratteristica e nonostante il considerevole aumento degli investimenti, costantemente cresciuti e pari a 7,3 milioni nel primo semestre 2020, contro i 2,7 milioni investiti nel corso dei primi sei mesi del 2019.
Evoluzione prevedibile della gestione
Le stime del Corporate Broker Envent, aggiornate dopo la semestrale, prevedono per il full year 2020 un valore della produzione in aumento a 15,9 milioni (rispetto a 13,2 milioni del 2019) e un Ebitda in crescita da 4,6 a 5,8 milioni (Ebitda margin del 36,5%).
Le proiezioni al 2022 indicano un valore della produzione in miglioramento a 21,7 milioni (CAGR 2019-2022 del 18%) e un Ebitda di 8,2 milioni (CAGR 19-22 pari al 21,3%), con un Ebitda margin che si incrementa al 37,8% (rispetto al 34,8% del 2019).
Ratio
Al 30 giugno 2020 Unidata presenta una posizione finanziaria netta attiva (cassa), pertanto gli indicatori relativi al grado di copertura (PFN/Patrimonio Netto) e alla capacità di ripagare il debito (PFN/Ebitda) non sono significativi.
Il Roe si attesta al 12,6%, in diminuzione rispetto a fine 2019 per via dell’incremento del patrimonio netto a seguito dello sbarco in Borsa.
Borsa
Unidata è sbarcata a Piazza Affari il 16 marzo 2020 con un prezzo di collocamento pari a 13,0 euro e una capitalizzazione di circa 31,7 milioni. Il tutto dopo aver raccolto in fase di collocamento 5,7 milioni, a fronte di richieste pervenute per oltre 14,4 milioni, pari a 2,5 volte la raccolta.
Dalla quotazione in Borsa ad oggi il titolo ha mantenuto un trend crescente, sfruttando a pieno anche il recupero generale dell’azionario dopo la fuga di capitali verificatasi tra febbraio e la prima metà di marzo.
Le azioni Unidata hanno accelerato significativamente dopo la pubblicazione dei risultati relativi al quarto trimestre, chiudendo la seduta del 12 febbraio a quota 23 euro.
Nei giorni successivi sono scattate fisiologiche prese di profitto che hanno riportato il titolo a 22 euro (chiusura del 16 febbraio), evidenziando comunque un guadagno del 69% dalla quotazione, mentre nello stesso periodo l’indice Ftse Aim Italia ha realizzato un incremento del 29%.