Intesa SP – Micillo (Imi CIB): “Nei prossimi anni guardiamo al Far East per espandere presenza internazionale”

“Oggi almeno il 50% dei nostri ricavi da clientela arriva dall’estero. Anche quest’anno la componente internazionale ha dato un forte impulso alla crescita senza contare che con un
rischio Italia più contenuto potremo beneficiare di un costo della raccolta più basso e quindi competere più facilmente con le grandi banche del Nord Europa.

Lo ha affermato in un’intervista rilascia a MF Mauro Micillo, responsabile della divisione Imi Corporate & Investment Banking di Intesa Sanpaolo, parlando dell’estero, sottolineando che è una componente fondamentale del nostro modello, sia per accompagnare aziende italiane nel processo di internazionalizzazione sia per intercettare la domanda di imprese estere”.

“Quanto alle presenze dirette, abbiamo appena inaugurato una filiale a Sidney su cui crediamo molto e nei prossimi anni guarderemo sicuramente con grande attenzione il Far East, dalla Cina all’India. In prospettiva anche l’Africa potrebbe diventare un mercato interessante”, ha aggiunto Micillo.

Riguardo al 2020, il manager ha spiegato che “l’utile netto della divisione Imi Cib ha
raggiunto il livello di 1,9 miliardi (2,8 miliardi ante imposte), che supera il precedente record del 2019. Se guardiamo al risultato della gestione operativa, cioè alla parte organica del business, l’incremento anno su anno è stato quasi del 10%. Andando più nel dettaglio, la crescita è stata eccellente non solo per il segmento mercati, ma anche per le attività con clientela.

Lo dimostra l’aumento a doppia cifra di margine di interesse e impieghi a clientela che attesta il sostegno all’economia reale sia a livello italiano che internazionale. Il cost/income è sceso al 25,4%, uno dei livelli più bassi al mondo e meno della metà della media dei nostri competitor. Voglio peraltro aggiungere che questi risultati sono stati raggiunti non solo nel mezzo della pandemia, ma anche mentre era in corso la delicata fusione di Banca Imi nella capogruppo, chiusa a luglio 2020”.

Sul 2021, Micillo ha spiegato che “è partito bene. Sui mercati primari (in ambito Emea), che sono più legati all’economia reale, registriamo una buona attività sull’equity capital
market dove abbiamo in scaletta ipo ed emissioni convertibili.

Segnali positivi arrivano anche dall’M&A: dopo un 2020 molto buono, oggi vediamo un numero particolarmente robusto di potenziali operazioni sia per il large corporate sia per le mid cap. È partito invece a passo un po’ più lento il debt capital market, ma anche in questo ambito i numeri restano brillanti”.