Come conseguenza dell’andamento dell’esercizio appena chiuso, alla luce delle ripercussioni economiche della pandemia, Carige ritiene di poter raggiungere nel 2021 il risultato netto atteso per il 2020 di -80 milioni circa), prevedendo quindi il conseguimento del break even ante imposte nel 2022 e un utile netto a partire dal 2023.
Il risultato stimato per l’esercizio 2021, ipotizzando uno scenario di rimbalzo del Pil Italiano del 4,8%, potrà generarsi dal rafforzamento della crescita delle masse, confermando la forte spinta registrata sulla raccolta gestita e il conseguente sviluppo dei ricavi, dal venire meno di accantonamenti prudenziali a fronte di rischi pregressi e dalla stabilizzazione del costo del credito, in relazione al basso rischio insito negli attivi di Carige.
L’eventuale deterioramento dello scenario macroeconomico, conseguente a provvedimenti sanitari restrittivi, al momento non prevedibile e non quantificabile negli impatti, potrebbe altresì influenzare negativamente l’esercizio in corso e quelli futuri mettendo sotto pressione i ratio patrimoniali.
Il tutto anche in relazione alla progressività degli aggiustamenti connessi alla transizione degli impatti della First Time Adoption dell’IFRS9, potrebbero oscillare nell’ambito del range di flessibilità consentito fino al 31 dicembre 2022 dai provvedimenti assunti dalla Vigilanza nella straordinaria situazione dipendente dallo scenario pandemico con l’obiettivo di non fare mancare il supporto delle banche europee all’economia.
Peraltro, tale circostanza diverrebbe significativa unicamente in uno scenario stand-alone
protratto nel medio-lungo termine e, comunque, oltre il 31 dicembre 2021, data entro la quale è al momento prevedibile il perfezionamento del percorso di business combination.