“In passato avevamo detto che stavamo guardando all’estero. Adesso però guardiamo con attenzione cosa si profila sul settore bancario in Italia e dunque ci siamo rifocalizzati sul nostro Paese, dove ci potrebbero essere movimenti estremamente rilevanti che potrebbero coinvolgere Banco Bpm o Mps”
Lo ha affermato a Radiocor Alessandro Melzi d’Eril, Ad di Anima, aggiungendo che l’estero resta un obiettivo nel medio termine, spiegando che allo stato attuale “sarebbe defocalizzante occuparci di estero”.
Il manager ha spiegato che il possibile consolidamento a cui potrebbe andare incontro il sistema bancario potrebbe creare delle opportunità per Anima. “Più che minacce vedo tante opportunità, aggiungendo che Anima “guarda con grande attenzione cosa potrebbe accadere, cercando di capire come finirà”.
“Avremmo avuto più paura se si fossero profilate all’orizzonte operazioni di aggregazione tra banche con la propria società di asset management”, ha puntualizzato l’Ad.
Il consolidamento del settore bancario, oltre a Banco Bpm (primo azionista di Anima con il 19,4% del capitale e con cui è in essere una partnership di lungo termine) e Mps (che ha una partnership di lungo termine con Anima), potrebbe riguardare anche UniCredit.
A proposito della banca di piazza Gae Aulenti, il manager ha riportato: “Si appoggia su Amundi della quale non ha nemmeno un’azione, ma solo l’interesse a rispettare gli accordi commerciali. Dunque anche con UniCredit ha detto ce la andremo a giocare. UniCredit è in attesa del suo amministratore delegato, che poi dovrà nominare in prima battuta la sua prima linea. Dire oggi cosa deciderà UniCredit, non è facile”.
Anche Bper potrebbe essere protagonista del consolidamento. La banca modenese, accostata dai rumor a Banco Bpm, è il primo azionista di Arca con il 57,06% del capitale.
“Nel caso in cui andasse in porto una fusione tra Bper e Banco Bpm sono sicuro che l’operazione finale comporterebbe anche un’aggregazione tra Anima e Arca. Arca ha un model business complementare al nostro. In più sia noi, sia Arca siamo condannati a crescere perché siamo sottodimensionati e in più perché il business in cui operiamo comporta economie di scala”, ha sottolineato Melzi d’Eril.
Anima ha in essere anche una partnership di medio lungo termine con Creval, oggetto dell’Opa lanciata da Crédit Agricole Italia.
“Con Creval abbiamo un accordo di medio lungo termine, che non prevede clausole in caso di cambio di controllo dell’istituto. Ovviamente, considerando che Crédit Agricole controlla la società di gestione Amundi, giocheremo in difensiva, se l’operazione andrà in porto. Ritengo che ci possa essere spazio per negoziare con il Crédit Agricole”, ha fatto presente il manager, aggiungendo che la banca “ha 3 miliardi di asset management. Non ci piacerebbe perderli, ma se succedesse non andremmo a carte 48”.