Il fondo hedge Davide Leone & Partners, azionista con il 4,7% del capitale di Banco Bpm, sta studiando le diverse opzioni di M&A per l’istituto ed è aperto a tutte le possibilità.
“Tutte le opzioni sono aperte”, ha affermato in un’intervista a Il Sole 24 Ore Davide Leone, aggiungendo che c’è “massima fiducia nell’operato del cda guidato da Massimo Tononi”, anche se “serve completare quanto prima il lavoro di pianificazione della banca su base stand alone, fondamentale per poter valutare qualsiasi aggregazione”.
Il fondo Dlp “sta studiando le diverse opzioni” ed è “aperto a tutte le opzioni, inclusa Bper”, ha spiegato Leone, sottolineando che “per valutare ogni possibile integrazione è necessario, un piano “stand alone” di Banco Bpm e dei potenziali partner in mancanza dei quali è impossibile qualsiasi comparazione tra l’aggregazione con altri gruppi bancari e il percorso autonomo”.
Tale piano sarà la base “per far emergere una serie di elementi di valore attualmente non espressi nel bilancio della banca, come le imposte differite, la partecipazione in Agos Ducato e le plusvalenze su titoli pubblici in portafoglio”, ha riportato il manager.
In merito a una potenziale fusione con UniCredit, Leone ha riportato: “Da un punto di vista strategico potrebbe avere senso, visto che UniCredit ha scarsa presenza al Nord. UniCredit potrebbe inoltre e sicuramente apportare come grande gruppo dei vantaggi, ad esempio sotto il profilo della governance, dell’organizzazione e della tecnologia”.
Si può “guardare con fiducia all’operato del management e nella possibilità di valorizzazione dell’investimento”, ha aggiunto Leone, spiegando di non essere membro di nessun patto ma di “intrattenere rapporti con tutti gli stakeholder” e di seguire attentamente “gli orientamenti delle fondazioni che da sempre sono un punto di riferimento per gli investitori esteri”.
Intorno alle 12:00 a Piazza Affari il titolo guadagna l’1% a 2,21 euro, mentre l’indice di settore segna un rialzo dello 0,2 per cento.