Prysmian – Scendono i ricavi causa Covid, ma free cash flow record e riduzione del debito nel 2020

Prysmian ha chiuso il 2020 con ricavi in calo del 13% a 10 miliardi, segnando una variazione organica del -10,3% e del -8,3% escludendo il segmento Projects.

Un buon contributo alla resilienza del Gruppo è venuto dal segmento Energy, che ha limitato la diminuzione organica dei ricavi al -7,1% con un recupero dal terzo trimestre anche sulla spinta della positiva performance di Power Distribution e Renewables in Nord America.

Il previsto calo del Telecom (variazione organica -14,1%) registra un miglioramento del trend nel secondo semestre, in particolare in Nord America. Le inefficienze nella produzione e installazione dovute al Covid-19, unite al mix sfavorevole di progetti e a un sottoutilizzo della capacità produttiva per la tecnologia estrusa, hanno impattato la performance del segmento Projects.

L’Ebitda adjusted ha segnato un -16,6% a 840 milioni risentendo anche degli effetti negativi derivanti dai tassi di cambio per 32 milioni, ma evidenziando una tenuta della marginalità all’8,4% (8,7% nel 2019) a conferma della capacità del gruppo di proteggere la redditività.

Il segmento Energy ha beneficiato della brillante performance nella Power Distribution e nelle overhead lines in Nord America. Nel Telecom, l’impatto sull’Ebitda Adjusted del calo dei volumi e della pressione sui prezzi in Europa è stato parzialmente assorbito grazie alle azioni di efficienza dei costi che hanno contribuito anche alla stabilizzazione dei margini. Da evidenziare i segnali di ripresa del business dei cavi ottici nell’ultimo trimestre, soprattutto in Nord America.

Nel segmento Projects la profittabilità ha risentito delle inefficienze nella produzione e installazione causate dalla pandemia, della limitata saturazione della capacità produttiva nella tecnologia estrusa, nonché del mix sfavorevole di progetti.

L’Ebit è diminuito del 38% a 353 milioni, con un’incidenza sui ricavi al 3,5% (-140 punti base). L’esercizio si è chiuso con un calo dell’utile netto dei soci del 39% a 178 milioni.

Dal lato patrimoniale, la forte generazione di cassa, con un free cash flow record di 375 milioni (487 milioni escludendo il cash out per Antitrust), ha consentito di accelerare il percorso di riduzione dell’indebitamento finanziario netto, sceso a 1.986 milioni dai 2.140 milioni al 31 dicembre 2019.

Il consiglio di amministrazione proporrà alla prossima Assemblea degli Azionisti la distribuzione di un dividendo unitario di 0,50 euro per azione, per un ammontare complessivo di circa 132 milioni. Il dividendo, ove deliberato, sarà posto in pagamento a partire dal 26 maggio 2021, con Record Date il 25 maggio 2021 e data stacco il 24 maggio 2021.

Per quanto riguarda l’evoluzione della gestione, per il 2021 il gruppo prevede di realizzare un Ebitda adjusted nell’intervallo di 870-940 milioni (953 milioni il consensus) e un free cash flow di circa 300 milioni.

Infine, anche per il 2021 si prevede un impatto negativo sul risultato operativo di Gruppo, dovuto all’effetto traslativo della conversione nella valuta di consolidamento dei risultati delle consociate, per un importo di circa 20-25 milioni. L’ammontare cumulato dell’impatto negativo dei cambi nel biennio 2020 e 2021 (atteso) è stimato in circa 55 milioni.