I due principali azionisti di Carige, il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi – FITD (80%) e Cassa Centrale Banca (8,34%), si sono dati tempo sino al 31 marzo per raggiungere un accordo sul nuovo assetto proprietario. Una scadenza concordata informalmente anche con la Bce.
Lo si apprende da MF Dow Jones, secondo cui il confronto tra i due soci si è aperto alla fine dell’anno scorso ma da qualche settimana è entrato nella fase finale.
La quota di Cassa Centrale Banca potrebbe balzare all’88%, nel caso in cui venisse esercitata l’opzione di acquisto sui titoli che fanno capo al FITD.
Terminata la doppia due diligence sui conti della banca ligure, sulla carta ci sono tutti i numeri per decidere il da farsi, anche se, secondo quanto riporta il giornale, all’interno del gruppo trentino, presieduto da Giorgio Fracalossi e guidato da Mario Sartori, non ci sarebbe uniformità di vedute sul deal genovese.
Ecco perché oggi Cassa Centrale starebbe chiedendo uno sconto del prezzo di esercizio e soprattutto un’ulteriore iniezione di capitale nelle casse di Carige. Richieste sinora accolte con freddezza. Formalmente la trattativa resterà aperta fino a fine marzo.
Sembrerebbe, comunque, che a Genova, almeno in via prudenziale, si starebbe cominciando a ragionare su un’alternativa, in quanto Carige oggi dispone risorse finanziarie sufficienti per andare avanti su base stand alone almeno sino al 2023, mentre lo statuto del FITD prevede di detenere solo partecipazioni temporanee in caso di interventi precauzionali.