L’agenzia Dbrs Morningstar ha confermato i rating di Creval, inclusi il Long-Term Deposits rating a ‘BBB (low)’ e il Long-Term Issuer rating a ‘BB (high)’. Il trend su tutti i rating è invariato a stabile.
La conferma dei rating tiene conto dei significativi progressi nella riduzione delle esposizioni deteriorate, che ha lasciato la banca con un profilo di qualità degli attivi “much cleaner”.
Dbrs sottolinea che la banca ha proceduto a ulteriori 800 milioni di cessioni nel 2020, che hanno consentito di portare l’Npe ratio in miglioramento rispetto al target della banca al 2023.
Come per altre banche italiane, l’agenzia di rating tiene anche conto della probabile
formazione di nuovi Npe quest’anno, quando scadranno le moratorie.
Il livello dei rating incorpora i robusti livelli di capitale di Creval che si posizionano all’estremità superiore del range di cui fanno parte i suoi competitor nazionali e ben al di sopra dei requisiti regolamentari. Ciò è considerato fondamentale, secondo quanto indicato dall’agenzia di rating, per assorbire le potenziali ripercussioni della crisi.
L’azione di rating incorpora la solidità della base di funding retail e del profilo di liquidità di Creval.
I rating tengono conto anche del fatto che, nonostante la redditività sia migliorata, quest’ultima riflette ancora una pressione sui ricavi core dovuta al contesto di bassi tassi di interesse, al potenziale de-risking e ad un costo del rischio ancora elevato.
In aggiunta, Dbrs riporta che tali rating riflettono l’aspettativa che, al pari di altre banche italiane, Creval subirà probabilmente una pressione sugli utili quest’anno a causa del Covid-19.
L’agenzia di rating sottolinea che Creval si trova nel secondo anno del suo piano industriale 19-23, che prevede un maggiore contributo del business retail, in particolare dalle attività che generano commissioni come il bancassurance e credito al consumo.
Inoltre, Dbrs afferma che la banca si è impegnata nel miglioramento dell’efficienza e della qualità degli attivi, già visibile nel 2020 nonostante la crisi da Covid-19, persino raggiungendo i target del piano industriale in anticipo rispetto alla tempistica prevista.