Nel 2020 Guala Closures ha registrato ricavi consolidati per 572 milioni, in calo del -5,7% rispetto al 2019 (-0,4% a cambi costanti). A perimetro e cambi costanti, il gruppo ha consuntivato ricavi netti pari a 580,1 milioni, in diminuzione del 4,4% prevalentemente a causa degli effetti derivanti dalla diffusione globale del Covid-19.
In Europa, che pesa il 60,4%, i ricavi sono diminuiti del 3,6%, principalmente a causa del blocco del turismo e quindi del settore HORECA, mentre le vendite nelle Americhe (che rappresentano il 19,7% sui ricavi) hanno registrato un aumento del 2,5%, nonostante un effetto negativo dell’andamento dei cambi (+19,2% a cambi costanti).
L’India, che pesa per il 10,4% sui ricavi, ha registrato il maggior calo (-38%) a causa della chiusura degli impianti dal 22 marzo al 27 aprile e della contrazione della domanda interna conseguente al divieto di vendita di alcolici.
L’Ebitda adjusted si riduce del 13,7% a 98 milioni; a cambi costanti il calo si riduce all’8,2%, scontando oltra alla riduzione delle vendite i costi aggiuntivi per la messa in sicurezza degli impianti. La relativa marginalità si esprime pari al 17,1%, rispetto a 18,7% del 2019; a perimetro e cambi costanti sarebbe stata del 18,2 per cento.
L’Ebit crolla del 32,1% a 30,7 milioni.
Il risultato netto riporta una perdita di 5,9 milioni, rispetto a un utile di 14,7 milioni nel 2019, un risultato che sconta anche l’aumento del 24% a 35,2 milioni degli oneri finanziari netti.
L’indebitamento finanziario netto sale da 462,5 milioni a 464,2 milioni.
La società ha dichiarato di aver iniziato il 2021 “sull’onda dell’eccellente quarto trimestre 2020”, tuttavia ritiene che il primo semestre 2021 sarà ancora “sfidante” a causa del perdurare della pandemia.