Mercati asiatici – Listini contrastati con la Cina in rosso e i rialzi del Giappone

Listini asiatici contrastati in un clima frenato dai timori per l’andamento dei rendimenti obbligazionari.

Negli Usa il tasso del T-Bond è rimasto sopra l’1,6% e l’arrivo di nuovi stimoli fiscali, dopo la firma del piano da 1.900 miliardi di dollari di Biden, unitamente all’accelerazione delle campagne di vaccinazione hanno mantenuto in primo piano la prospettiva di una risalita fuori controllo dell’inflazione, in attesa delle decisioni della Federal Reserve di questa  settimana.

Intanto, il segretario al Tesoro, Janet Yellen, ha affermato che i rischi di inflazione negli Stati Uniti restano contenuti nonostante il pacchetto di stimoli da parte dell’amministrazione Biden.

Secondo un sondaggio, gli economisti prevedono che un forte recupero dalla recessione legata alla pandemia spingerà il presidente della Fed Jerome Powell ad alzare i tassi di interesse nel 2023.

Sul fronte macro, l’economia cinese conferma il trend di ripresa, con una produzione industriale balzata del 35,1% annuo nel primo bimestre del 2021, a fronte di un consensus a +30% e dopo il +7,3% di dicembre, confrontandosi tuttavia con un gennaio-febbraio 2020 caratterizzato dal blocco delle attività per il Covid.

Sul Forex, il cambio euro/dollaro si attesta a 1,1934 e il dollaro/yen si fissa a 109,28. Tra le materie prime, petrolio in rialzo con il Brent a 69,69 dollari al barile (+0,7%) e il Wti a 66,14 dollari al barile (+0,8%). Oro a 1.722 dollari l’oncia (+0,1%).

Tornando ai listini asiatici, in Cina Shanghai e Shenzhen calano rispettivamente dell’1,8 e del 3%.

In Giappone, il Nikkei guadagna lo 0,2% e il Topix lo 0,9%.

Il tutto dopo le seguenti chiusure di venerdì a Wall Street: Dow Jones (+0,9%), S&P500 (+0,1%) e Nasdaq (-0,6%).