Panariagroup ha pubblicato i conti 2020 che hanno registrato ricavi in calo del 6,5% a 357,3 milioni, in linea alla contrazione della domanda di ceramiche per effetto della pandemia.
Fra le business unit, l’Italia, che rappresenta il 17% dei ricavi, è stata quella maggiormente penalizzata dall’epidemia, essendo stato il primo paese ad essere colpito dal virus e ad aver attivato misure di contenimento. Vi sono però buone prospettive di crescita nel 2021 grazie agli incentivi all’edilizia previsti per l’anno corrente, tra cui il “superbonus 110%”.
A livello europeo, che in incide per il 38% dei ricavi, si ha avuto una contrazione del 2,2% rispetto all’anno precedente. Tra i vari paesi l’unico in controtendenza è la Germania, dove sono stati realizzati risultati molto positivi.
Il mercato statunitense (36% dei ricavi) ha registrato un calo del 3,6% riuscendo a contenere gli effetti della pandemia grazie alla crescita sul canale della grande distribuzione.
I ricavi di Asia, Canada, Sud America, Oceania e Africa (che pesano il 9% sul fatturato totale), sono calati del 20%, con un focus particolarmente negativo sui ricavi provenienti dall’Estremo Oriente.
Il margine operativo lordo si è attestato a 37,5 milioni, in aumento del 15,7% rispetto al 2019, con una marginalità rispetto ai ricavi del 10,6% (+250 bp). Il miglioramento è frutto di un piano di efficientamento già avviato negli anni passati oltre che iniziative di carattere straordinario volte a fronteggiare gli impatti negativi derivanti dal covid. I vari aiuti nazionali hanno permesso di abbattere i costi del personale e la cancellazione di eventi o fiere hanno annullato i costi di natura commerciale. Infine, la società ha beneficiato della riduzione delle tariffe di gas ed energia elettrica per le business unit europee.
Il margine operativo netto è risultato negativo per 6 milioni, in peggioramento dai -4,9 milioni del 2019 a causa di svalutazione di asset della BU America, effettuata per riflettere i risultati dell’Impairment Test.
L’esercizio si è chiuso con una perdita netta pari a 5,8 milioni, in miglioramento rispetto ai -6,4 milioni dell’esercizio precedente.
La posizione finanziaria netta è passata da liquidità do 18 milioni del 2019 agli 87,6 milioni del 2020, da un lato grazie alla riduzione del capitale circolante netto e dall’altro un riposizionamento del debito a più lungo termine.
Sull’evoluzione prevedibile della gestione, nel breve termine, la società continuerà con politiche di massima cautela e di significativo contenimento dei costi operativi. In attesa della fine dell’epidemia, il gruppo si dichiara pronto alle nuove sfide e al cambiamento post pandemico.