Cassa Centrale Banca (CCB) potrebbe riconsiderare l’esercizio dell’opzione per acquisire l’80% del capitale di Carige, in mano al Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (FITD), alla luce delle crescenti perdite della banca genovese per la crisi innescata dal Covid-19.
Lo si apprende da Reuters, aggiungendo che, in mancanza di un accordo, il FITD potrebbe offrire la quota in asta a potenziali acquirenti.
Le interlocuzioni tra le due controparti era iniziato a fine 2020 e da diverse settimane sono entrate nella fase decisiva.
Secondo quanto riporta MF, ieri il cda di CCB ha esaminato la questione relativa alla banca ligure e all’interno del mondo cooperativo prevarrebbe il sentiment di contrarietà all’operazione.
Tra il gruppo trentino e il FITD le posizioni sarebbero molto distanti, in quanto CCB avrebbe chiesto uno sconto sul prezzo d’esercizio dell’opzione e l’iniezione di altro capitale fresco per 500 milioni, a cui il fondo non appare propenso.
Secondo Il Sole 24 Ore, CCB ha deciso che non eserciterà l’opzione per l’acquisto di suddetta quota, per il cui acquisto avrebbe proposto la cifra simbolica di 1 euro oltre a suddetto apporto di risorse finanziarie per fare fronte agli impatti del Covid-19, trovando opposizione dal FITD. La decisione di CCB potrebbe essere resa nota a breve.
A breve dovrebbe tenersi anche un cda del FITD per discutere della questione relativa a Carige. Il fondo, in contatto con la BCE e la Banca d’Italia, potrebbe optare per un’alternativa allo scopo di uscire dal capitale della banca ligure, cercando un altro potenziale acquirente per la quota. MF cita Bper, Crédit Agricole, Credem e UniCredit.
CCB è entrato nel capitale di Carige come socio industriale nell’ambito del piano di salvataggio della banca ligure, investendo 65 milioni per rilevare l’8,3 per cento. Inoltre, sempre all’interno del piano di salvataggio, ha sottoscritto un prestito subordinato da 100 milioni.