Mercati – Incerti prima della Fed, Milano poco mossa (+0,1%)

Chiusura in ordine sparso per gli eurolistini e andamento contrastato per gli indici americani in attesa che si concluda la riunione della Federal Reserve.

A Piazza Affari il Ftse Mib chiude pressoché invariato (+0,1%) a 24.281 punti. Variazioni contenute anche per il Dax di Francoforte (+0,3%) e il Cac 40 di Parigi (flat), deboli il Ftse 100 di Londra (-0,6%) e l’Ibex 35 di Madrid (-0,7%).

Oltreoceano il Nasdaq viaggia in calo dell’1,2%, lo S&P500 a -0,5% e il Dow Jones a +0,2%, con i tecnologici nuovamente sotto pressione per via della rotazione settoriale dai titoli growth a quelli value.

I mercati temono che la banca centrale statunitense possa rivedere l’outlook della politica monetaria, anticipando un rialzo dei tassi dai livelli attuali prossimi allo zero, sebbene gran parte degli economisti ritenga che ciò non avverrà prima del 2023.

Le crescenti pressioni inflazionistiche, alimentate dalla ripresa dell’economia e dai nuovi stimoli, potrebbero infatti spingere il Fomc a migrare prima del previsto verso una politica monetaria meno accomodante.

Gli operatori presteranno dunque molta attenzione ai commenti del presidente Jerome Powell, anche alla luce della nuova risalita dei rendimenti dei Treasuries con il T-bond che ha toccato un nuovo picco all’1,67% e il trentennale sui massimi dal 2019.

In rialzo di riflesso anche i rendimenti dei titoli di Stato decennali europei. Lo spread Btp-Bund si amplia a a 99 punti base, con il tasso del decennale italiano in aumento allo 0,7%.

Nel Vecchio Continente, focus anche sulla pandemia e sui vaccini. Nel giorno del verdetto definitivo dell’Ema su Astrazeneca, dopo la sospensione precauzionale degli ultimi giorni, il farmaco incassa l’appoggio dell’Oms in quanto i benefici superano i rischi. Intanto, Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Ue, ha minacciato di bloccare le esportazioni di vaccini verso il Regno Unito.

Sul Forex l’euro/dollaro resta poco mosso a 1,19 dopo i dati di febbraio sull’inflazione dell’eurozona (stabile a +0,9%), così come il cambio tra biglietto verde e yen in area 109,2. Nei prossimi giorni si riuniranno anche la Bank of England e la Bank of Japan.

Tra le materie prime arretrano le quotazioni del greggio con il Brent (-1,2%) a 67,8 dollari e il Wti (-1%) a 64,5 dollari, dopo l’aumento delle scorte statunitensi evidenziato dai dati settimanali dell’Energy Information Administration.

Tornando a Piazza Affari, gli acquisti premiano soprattutto Banco Bpm (+3,8%) e Bper (+3,1%), in vetta al Ftse Mib in scia ai rumor di M&A, mentre torna in rosso Diasorin (-2,7%) dopo il timido rimbalzo delle ultime sedute, seguita da Amplifon (-1,8%).