Astaldi chiude il 2020 con ricavi consolidati pari a 1,452 miliardi, sostanzialmente in linea (-1,5%) con il dato 1,453 miliardi se inteso come proforma perimetro in continuità.
Si ricorda che nel corso del 2020, la società ha dato seguito a quanto previsto dalla proposta concordataria nell’ambito della procedura di concordato, conclusasi positivamente con l’omologa intervenuta il 17 luglio 2020, che permesso il ritorno in bonis e la risoluzione delle incertezze sulla continuità aziendale.
Il 38% dei ricavi è stato prodotto in Italia, mentre il rimanente 62% all’estero (principalmente Europa e Americas). A livello di business unit il 97% del fatturato è riferito all’attività costruzioni, mentre il restante 3% all’O&M.
L’Ebitda reported è negativo per 47,3 milioni; a livello proforma, escludendo gli effetti non ricorrenti riconducibili alle procedure concordatarie di Astaldi e di talune società del gruppo, l’Ebitda proforma è positivo per 72,4 milioni e con un margine al 5%. Nel confronto su base annua, la grandezza in esame è penalizzata dalla situazione pandemica e dai rallentamenti di produzione.
L’Ebit reported è negativo per 124,5 milioni, penalizzato da effetti non ricorrenti legati a specifici accantonamenti e valutazioni più conservativi di alcuni claim, oltre a revisioni dei budget di alcune commesse in fase di chiusura. L’Ebit proforma, invece, è positivo per 18,1 milioni, con un margine all’1,2%.
L’utile netto attribuibile al gruppo è pari a 1,801 miliardi, in netto miglioramento rispetto alla perdita di 72 milioni registrata nel 2019, in quanto beneficia di una sopravvenienza attiva da esdebitazione sia a livello di attività operative (2,172 miliardi), sia a livello di attività operative cessate (74,1 milioni), ad esito dell’omologazione del concordato Astaldi e di alcune sue partecipate.
La posizione finanziaria netta è positiva per 315,8 milioni e si confronta con un indebitamento netto di 2,3 miliardi a fine anno 2019.
Il portafoglio ordini a fine 2020 è pari a 8,3 miliardi, dei quali 6,4 miliardi per attività di costruzione e 1,9 miliardi per contratti O&M. Esso è localizzato per il 47% in Italia e per il restante 53% all’estero, in particolare in Europa (Romania, Polonia, Svezia, Turchia), nel continente americano (Cile, Canada, USA, Paraguay), in Africa (Algeria) e in Asia (India).