Il gruppo Mondadori ha chiuso il 2020 con ricavi scesi a 744 milioni (-15,9%). Al netto della variazione di perimetro dell’area media, determinata dalle cessioni a fine 2019 di cinque testate, il decremento dei ricavi è stato pari al 14%, in buona parte riconducibile agli effetti del Covid-19.
I ricavi dell’area libri si sono fissati a 422,9 milioni (-11,6%), il giro d’affari dell’area media a 197,6 milioni (-23%) e il fatturato dell’area retail a 153,7 milioni (-18%).
Gli interventi di riduzione dei costi per complessivi 48 milioni hanno consentito di limitare gli impatti del Covid-19.
L’Ebitda è ammontato a 84,6 milioni (-17,7%), mentre al netto delle componenti non ricorrenti l’Ebitda adjusted è stato pari a 98,1 milioni (-11,2%).
L’Ebit si è fissato a 14,8 milioni (-76,2%), risentendo soprattutto della svalutazione straordinaria e dell’ammortamento di alcune testate per complessivi 30 milioni.
L’esercizio si è chiuso con un utile netto di 4,5 milioni (-84%).
Dal lato patrimoniale, al 31 dicembre 2020 l’indebitamento finanziario netto (ante IFRS16) è pari a 14,8 milioni (55,4 milioni a fine anno 2019). Includendo gli effetti dell’IFRS 16, l’indebitamento finanziario netto ammonta a 97,6 milioni (151,3 milioni al 31 dicembre 2019).
Per il 2021 la società stima ricavi in leggera crescita (low single-digit), un Ebitda adjusted con marginalità tra l’11% e il 12% sostanzialmente (al netto dei ristori), un risultato netto in forte crescita (anche per effetto di due eventi one-off), un cash flow ordinario tra 40-45 milioni e una posizione finanziaria netta ante IFRS 16 attesa positiva.
La solidità finanziaria consente di perseguire eventuali opportunità di acquisizioni e di creare le condizioni per un ritorno al dividendo a valere sul risultato dell’esercizio 2021.