Scattano i realizzi su Bper dopo che Carlo Cimbri, Ceo di Unipol, primo azionista della banca con il 18,9% del capitale, ha raffreddato i rumor su una potenziale fusione con Banco Bpm. Intorno alle 09:50 a Piazza Affari il titolo cede il 2,9% a 1,98 euro, dopo i rialzi delle ultime sedute alimentati dalle attese su un possibile merger con Banco Bpm. L’indice di settore cede l’1,1 per cento.
Per Bper, Banco Bpm rimane un’ipotesi “affascinante” “anche se non l’ho mai definita l’opzione principale. Nel nostro mestiere bisogna guardare la realtà. A mio parere un’eventuale fusione con Banco Bpm non è un’ipotesi che la banca può vagliare ora”, ha affermato Cimbri in un’intervista a Il Sole 24 Ore.
Il manager si è poi focalizzato sul prossimo rinnovo del cda di Bper, con Unipol che ha deciso di non inserire nessun componente dell’attuale cda, incluso l’Ad Alessandro Vandelli, e sui cambiamenti in atto in Bper.
Unipol ha indicato Piero Montani, che se “sarà nominato” dall’assemblea fissata per aprile si insedierà come Ceo, ha precisato Cimbri, spiegando che il manager “avrà bisogno di tempo per conoscere la struttura e decidere. Concretamente operazioni simili non possono essere fatte al volo”.
Cimbri ha aggiunto che “forse ci sono tempi che sono diversi tra le parti in gioco” perché “Bper è in fase di cambiamento e deve fare la sua strada presentandosi pronta di fronte a qualsiasi opportunità. È quindi ‘difficile che questo possa avvenire entro l’anno”.
In merito a Vandelli, Cimbri ha riconosciuto che “è stato protagonista della forte fase di sviluppo che ha quasi raddoppiato le dimensioni di Bper” e che insieme al presidente uscente Pietro Ferrari “consegnano al futuro cda una banca in salute, che “potrà assumere un ruolo da protagonista nel panorama economico-finanziario del nostro Paese”.
Tuttavia, ha sottolinea il Ceo di Unipol, “come azionisti abbiamo il dovere di guardare al futuro e di creare le migliori condizioni per passare, come dicono gli americani, dal “good” al “great”. La banca ha fatto bene. Tutti auspichiamo che possa fare meglio”.
La scelta di Montani, in ogni caso, “non serve né a favorire né a smontare alcuna opzione strategica, ma è funzionale a mettere Bper nelle migliori condizioni per affrontare le future occasioni che la banca valuterà”, ha aggiunto il manager.
“Il nuovo board di Bper avrà certamente le mani libere. Come azionisti valuteremo tutte le opzioni strategiche avendo cura di valorizzare il fatto che per noi la banca non è solo un investimento finanziario ma anche un canale distributivo dei nostri prodotti”, ha precisato Cimbri.
Banca Popolare di Sondrio “è un’ipotesi affascinante. L’ipotesi più naturale per la storica vicinanza a Bper, con cui ci sono diversi aspetti in comune, dal risparmio gestito (Arca Sgr) alla bancassurance, dove noi siamo partner. Se Sondrio decidesse di trasformarsi in Spa sarebbe logico per Bper avviare un dialogo anche perché è un’ottima banca. Ma di certo non saremo noi, legati alla Popolare Sondrio da una lunga amicizia, a forzarla a trasformarsi in Spa, nella sua attuale dimensione popolare siamo comunque a nostro agio”, ha precisato Cimbri.
Sull’ipotesi Carige, Cimbri ha affermato: “Non conosco le condizioni di Carige oggi. Però penso che un Ceo abbia il dovere di valutare tutte le opportunità, se combaciano bene e sono compatibili con lo stato in cui è la banca in quel momento. Senza preclusioni”.
La possibilità Mps, invece, “per quanto ne so non c’è mai stata. Crescere è importante, ma facendo operazioni razionali in termini di proporzioni. Mi pare che le dimensioni di Mps siano esagerate per Bper”, ha puntualizzato Cimbri.
Il Ceo di Unipol ha poi spiegato che “Mediobanca per noi rimane investimento finanziario. Restiamo spettatori di ciò che accade”. Unipol detiene circa il 2% del capitale di Mediobanca.