Atlantia ha fornito una serie di precisazioni in merito ad un articolo apparso su Affari & Finanza de La Repubblica, in quanto contenente, secondo la Società, “affermazioni prive di ogni fondamento”.
La holding contesta innanzitutto il passaggio secondo cui in 950 giorni dal crollo del viadotto di Genova “non si è mosso assolutamente nulla”, ricordando l’avvenuta ricostruzione del ponte sul Polcevera a spese di Autostrade per l’Italia senza che siano state ancora accertate responsabilità e cause dell’incidente.
La nota prosegue ribadendo che, dalla privatizzazione di ASPI nel 1999, sono stati investiti quasi 12 miliardi in nuove opere di adeguamento della rete e più recentemente la Società ha voluto attuare un vero e proprio “Piano di Trasformazione”, proponendo al Governo italiano ulteriori 14 miliardi di investimenti e 7 miliardi di manutenzioni, fra cui molte straordinarie.
La Società si sofferma poi sulla trattativa con il governo, all’interno della quale è stata ritenuta inaccettabile solo l’inusuale e impropria clausola imposta dal Governo che subordina l’efficacia dell’atto transattivo al definitivo passaggio del controllo di ASPI a Cassa Depositi e Prestiti (CDP).
Su tali modalità, ricorda Atlantia, è intervenuta di recente anche la Commissione Europea, che ha “avviato un dialogo amministrativo” con l’Italia che con il Decreto Milleproroghe ha modificato unilateralmente i contratti di concessione.
Nel passare dei mesi il Piano Economico Finanziario di ASPI, che avrebbe potuto dare avvio a importanti investimenti, non ha iniziato il suo iter autorizzativo formale. CDP, nel frattempo, in consorzio anche con altri investitori, contrariamente a quanto affermato nell’articolo, ha avuto modo di effettuare per oltre 5 mesi una approfondita due diligence sulle infrastrutture della società, avendo accesso a una data room con più di 59.000 documenti e a site visit a oltre 150 infrastrutture sulla rete di ASPI.
Da ottobre 2020 il consorzio di CDP, beneficiando di diverse proroghe richieste ad Atlantia di volta in volta lungo il processo, ha presentato più offerte di acquisto, tutte però giudicate dal Cda di Atlantia non congrue in considerazione di valutazioni espresse dagli analisti del mercato e da advisor indipendenti.
La Società ricorda di aver manifestato disponibilità a vendere, ma senza alcun obbligo a carico di CDP ad acquistare, aggiungendo che, a testimonianza delle invalidanti condizioni imposte dal Governo per un processo di vendita di mercato, non sono state ricevute offerte alternative o manifestazioni di interesse concrete da nessun altro investitore.
Atlantia sottolinea infine che la modalità di uscita alternativa dal perimetro di Atlantia della partecipazione in ASPI, e cioè la scissione, ha ricevuto l’esplicito consenso dell’Assemblea Straordinaria degli azionisti con un’approvazione pressoché plebiscitaria (99,7% dei voti).