Credit Agricole stima sinergie per 86 milioni annui dall’integrazione di Creval. È quanto si apprende dal documento di offerta relativo all’Opa lanciata dal gruppo guidato dall’Ad Giampiero Maioli.
Crédit Agricole Italia, infatti, “ha formulato una preliminare ipotesi delle potenziali sinergie di costo, nell’ordine di circa 50 milioni (pre-tasse), per realizzare le quali si ipotizza che occorreranno almeno tre anni”, a cui si aggiungono “i 36 milioni previsti per le sinergie da ricavo, per realizzare le quali si ipotizza che occorreranno almeno quattro anni”.
A queste cifre, poi, “si affiancano gli effetti positivi che, secondo le preliminari ipotesi formulate dall’offerente, potrebbero derivare dall’allineamento del costo del funding dell’emittente al (minor) costo del funding del gruppo Credit Agricole, stimabili 24 milioni pre tasse e realizzabili sempre in circa tre anni”, aggiunge il documento.
Tali effeti sarebbero però in parte compensati “dagli oneri che prevedibilmente potranno derivare dall’allineamento delle politiche di assets and liability management dell’emittente a quelle dell’offerente e ipotizzati per un impatto negativo ricorrente pari ad almeno 15 milioni”, aggiunge il prospetto.
Inoltre, Crédit Agricole Italia ha presentato “all’Autorità di Vigilanza un’indicazione preliminare dei costi (di integrazione e ristrutturazione) allo scopo necessari di non meno di 345 milioni (di cui una parte sarà immediatamente contabilizzata a conto economico mentre una parte sarà ripartita nel tempo)’
Quanto invece ai benefici fiscali derivanti dalla fusione, l’applicazione della normativa relativa alle Dta prevista dalla Legge di Bilancio 2021, a fronte di un costo aggiuntivo stimato di 66 milioni, permetterebbe di anticipare solo in parte l’impatto positivo (331 milioni) sul capitale regolamentare di Crédit Agricole Italia.