Osai (Aim) – Effetto Covid sui risultati 2020, calo limitato dei ricavi grazie alla divisione Semiconduttori

Osai, società attiva nella progettazione e produzione di macchine e linee complete per l’automazione e il testing su semiconduttori, ha chiuso il 2020 con ricavi in calo del 9,4% a 31,9 milioni e con un valore della produzione pari a 32 milioni (-16%).

Grazie alla diversificazione che contraddistingue il business del Gruppo, elemento che si è dimostrato vincente non solo nel 2020, la riduzione è risultata comunque contenuta rispetto ad altre realtà operanti nello stesso mercato.

In particolare, la divisione Semiconduttori ha registrato ricavi per 16,15 milioni (51% del totale), sostanzialmente stabili rispetto al 2019 nonostante la pandemia grazie al consolidamento della posizione aziendale sul mercato e all’ampliamento delle applicazioni riguardanti la mobilità elettrica in forte espansione a livello globale.

La divisione Automazione ha segnato un -6% a 9,5 milioni (30% del totale), principalmente per effetto della perdita di attività dovuta al Covid e all’impossibilità di consegnare ed installare in loco presso i clienti.

Il settore Laser, invece, è sostanzialmente raddoppiato a 2,5 milioni (8% del totale) grazie ad una più marcata attività nel settore trainante del medicale, che si sta consolidando su cifre più consistenti di fatturato.

Il settore Service, infine, è cresciuto del 31% a 1,75 milioni nonostante le limitazioni di intervento causate dalla situazione contingente e a cui il Gruppo ha saputo sopperire grazie alla rete di assistenza globale che può contare, sia sulla presenza del personale diretto in loco, che attraverso partnership locali dedicate, oltre all’impiego di tecnologia all’avanguardia come la realtà aumentata.

A livello di aree geografiche, la quota di Export ha superato l’83% del fatturato, con una presenza del gruppo in 30 Paesi nel mondo. Le Aree di destinazione del fatturato vedono quasi dimezzarsi la quota relativa alla Zona Euro (-41,6% a 11,5 milioni), che viene compensata solo parzialmente dalla crescita nel Resto Europa (da 0,28 milioni nel 2019 a 2,8 milioni).

In forte crescita la quota di vendite destinata all’America (+339% a 7,7 milioni), favorita dalle attività in Canada e dai risultati conseguenti alla buona gestione della distribuzione nel continente americano. In calo di circa il 26% a 9,97 milioni il mercato Asiatico, dovuta in parte ad alcune saturazioni di prodotto ma soprattutto alle difficoltà nelle trattative commerciali dettate dalle restrizioni sulla mobilità. Ancora priva di rilievo la presenza sul Continente Africano, anche se le prospettive di Tunisia e Marocco lasciano ben sperare per il 2021.

L’effetto della pandemia ha penalizzato la marginalità, complici le restrizioni anti-contagio e le politiche sociali virtuose intraprese dalla Capogruppo a favore e supporto del proprio personale. L’Ebitda ha segnato un -37,2% a 3,35 milioni, con un’incidenza sul fatturato al 10,5% (-460 punti base), mentre l’Ebit è diminuito del 63,5% a 1,19 milioni, con un ros al 3,7% (-550 punti base).

L’esercizio si è chiuso con una contrazione dell’utile netto dell’81,7% a 0,35 milioni, sul quale influisce positivamente il ricorso alla sospensione parziale degli ammortamenti delle immobilizzazioni materiali effettuato dalla Capogruppo.

La solidità patrimoniale e di cassa della Società hanno consentito di non fare ricorso ad ogni forma di ammortizzatore sociale, quali la cassa integrazione guadagni, sia nel periodo di chiusura, che nel prosieguo dell’anno, scelta che però ha impattato sul risultato netto di periodo. Inoltre, i benefici fiscali derivanti dal credito d’imposta pari al 50% dei costi di quotazione, per 0,5 milioni, verranno contabilizzati nel 2021.

Dal lato patrimoniale, l’indebitamento finanziario netto si è ridotto a 11,9 milioni dai 17,4 milioni al 31 dicembre 2019, per effetto dell’aumento di capitale avvenuto in sede di Ipo pari a 6 milioni. Il rallentamento verificatosi nell’attività operativa aziendale dovuto alla crisi pandemica non ha avuto riflessi sulla posizione finanziaria del Gruppo, pur considerando le scelte virtuose operate durante l’inattività della Società, che non ha optato per l’impiego di ammortizzatori sociali.

Nel corso del 2020, Osai ha acquisito ordini per 27,3 milioni, con una riduzione dell’8,7% rispetto al 2019. Il portafoglio ordini al 31 dicembre 2020 risulta pari a 10,5 milioni, rispetto ai 16 milioni di fine 2019.

Per quanto riguarda l’evoluzione della gestione, si legge nel comunicato, l’evoluzione della pandemia risulta ancora problematica e avrà conseguenze che si protrarranno anche nel corso del 2021, soprattutto nel primo semestre.

Ciò nonostante, già nell’ultimo trimestre del 2020 e nei primi mesi del 2021 si sono riscontrati i segnali di una ripresa connotata da una vivacità a livello commerciale. Le richieste di offerta da parte del mercato sono notevolmente aumentate, in particolare nei settori in sofferenza nel corso del 2020, come l’automotive, da cui potrebbe conseguire una ripresa significativa delle vendite della Divisione Elettronica nel corso d’anno.

Alla luce di questi aspetti, Osai ritiene che i mercati, in particolare quelli che coinvolgono le Divisioni Automazione ed Elettronica, potranno avere sviluppi anche improvvisi, seppure al momento prevale una indiscutibile incertezza e prudenza nel generare nuovi ordinativi, in particolare per il primo semestre 2021. L’obiettivo della Società è quello di mettere in atto ogni politica strategica proattiva per farsi trovare pronta nel momento in cui la situazione a livello globale tornerà gradualmente alla normalità e poter riportare i livelli produttivi al periodo preCovid.

###

Resta sempre aggiornato sul tuo titolo preferito, apri l'Insight dedicato a Osai