Marzocchi Pompe ha chiuso il 2020 con ricavi consolidati pari a 34,1 milioni, in calo del 12,8% rispetto al 2019.
La società segnala che il dato delle vendite del 2019, pari a 39,2 milioni, è considerato al netto del contributo straordinario “take-or-pay” di 0,8 milioni, fatturato per la clausola relativa al mancato raggiungimento dei quantitativi minimi prevista nel contratto con il principale cliente automotive, contributo che nel 2020 sarebbe stato di 0,6 milioni ma non è stato iscritto per effetto dei lockdown nazionali che hanno costituito una causa di forza maggiore.
In particolare, il fatturato del secondo semestre, pari a 18,5 milioni, è cresciuto del 19,1% riportando l’azienda ai livelli pre-covid, rispetto ai 15,6 milioni registrati nel primo semestre 2019.
Il business Automotive, che presa il 29,9% dei ricavi, ha mostrato decisi segni di crescita nella seconda parte del 2020 (+39,7% rispetto al 2H 2019).
Dal lato geografico, le vendite realizzate in America (39,1% del totale) sono diminuite del 7,7% e in Europa (23,7% del totale) sono scese dell’8%. In Italia i ricavi (22,5% del totale) hanno ceduto il 7,8%. Da sottolineare l’aumento della quota export che passa da 75,1% a 77,5%.
L’Ebitda si attesta a 4,1 milioni, in calo del 25,6%, con una marginalità del 12,2% (-220 bp). Il 2H 2020 ha riportato un Ebitda margin del 16,1% (7,9% nel 1H 2020).
L’Ebit diventa negativo per 1,1 milioni, rispetto a un valore positivo di 0,06 milioni del 2019. Si ricorda che la società non si è avvalsa della facoltà di sospendere gli ammortamenti ordinari per l’anno 2020.
L’esercizio si chiude con un utile netto di 0,23 milioni, in linea rispetto ai 0,2 milioni del 2019.
Al 31 dicembre 2020 l’indebitamento finanziario netto si attesta a 9,3 milioni, in diminuzione rispetto ai 12,5 milioni di fine 2019.
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