Mercati Asiatici – Seduta sottotono per Cina e Giappone

Giornata sottotono per i principali listini asiatici nonostante la seduta ben intonata di Wall Street, spinta dall’ottimismo per  una ripresa economica più veloce del previsto. Lo S&P 500 sfonda la quota psicologica dei 4.000 punti mettendo a segno l’ennesimo record storico.

Ad alimentare il nuovo rally americano, il report sul mercato del lavoro del mese di marzo che presenta la creazione di un numero di nuove buste paghe del settore privato (916 mila) nettamente superiore alle previsioni. In aggiunta, il tasso di disoccupazione scende al 6%, a conferma di una probabile rapida ripresa dell’economia americana di pari passo con la crescita dell’indice ISM servizi che ha raggiunto il livello più elevato dalla sua nascita nel 1997.

Gli investitori continuano al tempo stesso a monitorare i segnali di ripresa e il loro possibile impatto sull’inflazione, tra i timori che un nuovo aumento dei tassi obbligazionari possa penalizzare alcuni titoli.

La Cina è frenata dalla vendite sui titoli sanitari e dei consumo, mentre i solidi dati economici hanno sollevato le preoccupazioni su un inasprimento delle politiche.

Il settore dei servizi cinesi ha preso velocità a marzo, quando le imprese hanno assunto più lavoratori e l’ottimismo è aumentato, anche se le pressioni inflazionistiche sono rimaste, come ha mostrato un sondaggio del settore privato.

Il ministero del Commercio cinese ha chiesto l’avvio di colloqui con gli Stati Uniti sulle principali questioni commerciali per confrontarsi sui timori di entrambe le controparti. Il portavoce del ministero, Gao Feng, ha spiegato che la Cina ha sempre espresso opposizione all’imposizione unilaterale di dazi, di cui non beneficiano né la stessa Cina né gli Usa.

La banca centrale ha chiesto ai principali istituti di credito  di limitare la crescita dei prestiti per il resto di quest’anno, secondo rumor.

Sul fronte macro, in Cina l’indice PMI Caixin sui servizi a marzo si è fissato a 54,3 punti (52,1 punti il consensus e 51,5 punti la rilevazione precedente), il dato più alto da dicembre.

In Giappone prevalgono le prese di beneficio.

Dal versante macro, a febbraio i consumi delle famiglie sono saliti del 2,4% su base mensile (+2,8% le attese e -7,3% il dato precedente), mentre sono scesi del 6,6% su base annua (-5,3% le stime e -6,1% la rilevazione precedente).

Sul Forex, il cambio euro/dollaro si attesta a 1,1812 mentre il dollaro/yen si fissa a 110,25. Tra le materie prime, petrolio in rialzo con il Brent a 62,02 dollari al barile (+1,4%) e il Wti a 59,51 dollari al barile (+1,5%). Oro a 1.735,95 dollari l’oncia (+0,4%).

Tornando ai listini asiatici, in Cina Shanghai cede lo 0,2% e Shenzhen viaggia sulla parità. Hong Kong è chiusa per festività.

In Giappone, il Nikkei e il Topix arretrano rispettivamente dell’1,2% e dell’1,4%.

Il tutto dopo le seguenti chiusure di ieri a Wall Street: Nasdaq (+1,7%), Dow Jones (+1,1%) e S&P 500 (+1,4%).