Mps – Rumor sul rafforzamento patrimoniale

Archiviata l’assemblea degli azionisti che ha approvato il bilancio 2020, il focus del management di Mps sarà sul rafforzamento patrimoniale dell’istituto senese.

Secondo quanto riporta MF, il rafforzamento patrimoniale si intreccerà con il percorso di privatizzazione della banca.

A fine gennaio Mps aveva sottoposto alle autorità europee il capital plan che prevede un rafforzamento patrimoniale da 2,5 miliardi per ripristinare i requisiti patrimoniali impattati dalla recente cessione di Npe a favore di AMCO.

Il MEF, primo socio della banca con il 64,2% del capitale, punta a un’operazione a condizioni di mercato, coinvolgendo uno o più investitori privati. Su questa strada si stanno muovendo gli advisor finanziari Mediobanca, Credit Suisse e Bank of America e il consulente legale Orrick.

A inizio anno l’istituto toscano ha aperto la data room, a cui ha richiesto l’accesso solo il fondo Apollo, che in questo periodo sta analizzato i numeri.

Secondo quanto riporta il giornale, l’imminente arrivo di Andrea Orcel alla guida di UniCredit potrebbe rimescolare le carte. La banca di piazza Gae Aulenti da mesi è indicata come il partner più probabile per Mps, con il precedente Governo che aveva tentato un negoziato prevedendo anche una dote per favorire l’operazione. Tuttavia, bisognerà capire quale strategia intenderà adottare Orcel (con alcuni soci che non sarebbero convinti del deal).

Non è da escludere che anche altre banche, italiane o straniere, possano richiedere l’accesso alla data room, considerando anche la potenziale dote.

Gli accordi attuali tra il Tesoro e le autorità europee prevedono l’uscita dal capitale entro il 2021, anche se c’è molta incertezza sul fatto che il tutto si possa concretizzare in tale scadenza.

Per questo, secondo il quotidiano, a Roma si starebbe iniziando a ragionare su soluzioni alternative alla vendita, con il Tesoro che potrebbe colmare il deficit di capitale ricorrendo all’articolo 32 della direttiva Brrd che rende possibile l’iniezione di fondi pubblici nelle banche per far fronte a carenze di capitale emerse a seguito di stress test e non attiva la procedura di risoluzione ed evitando che la Dg Comp della Commissione UE possa contestare il tutto come aiuti di Stato. L’esito degli stress test sarà reso noto a luglio.

Intorno alle 10:15 a Piazza Affari il titolo cede lo 0,7% a 1,18 euro, mentre l’indice di settore viaggia sulla parità.