Il cda di Creval, riunitosi per esaminare la proposta individuale di deliberazione di Crédit Agricole Italia in relazione al punto 2 all’ordine del giorno dell’Assemblea convocata in data 19 aprile 2021, ha deliberato in senso favorevole alla pubblicazione della proposta individuale.
Creval ha provveduto a pubblicare la proposta sul proprio sito internet, insieme alla versione aggiornata dei moduli di delega e istruzioni di voto al rappresentante designato.
Il cda ha inoltre rilevato quanto segue.
In primo luogo, il socio Crédit Agricole Italia, pur avendone la possibilità, ha scelto di non presentare una propria lista di candidati alla carica di amministratore della banca, mentre altri soci vi hanno provveduto nei termini fissati dalle norme di legge.
In secondo luogo, Creval ritiene che l’applicazione delle regole di “buona governance” e dei
“principi di correttezza”, nonché “l’interesse della banca”, tutti richiamati dalla stessa Crédit Agricole Italia, conducano in realtà a ritenere che sia non solo pienamente legittimo, ma anche doveroso che la banca intenda perseguire con la massima sollecitudine il rinnovo dei propri organi sociali al fine di garantire la continuità e la stabilità della governance della banca, in un’ottica di sana e prudente gestione, nonché di neutralità, senza procrastinare detti adempimenti e subordinandoli a futuri, e ad oggi ancora incerti, sviluppi di una vicenda, quale è l’Opa lanciata da Crédit Agricole Italia, che attiene esclusivamente la compagine azionaria.
Riguardo poi alla circostanza che, secondo il socio/offerente, in caso di insuccesso dell’Opa si verificherebbero comunque cambiamenti negli assetti proprietari della banca e ciò “anche alla luce del fatto che molti azionisti, soprattutto fondi di investimento, sono entrati o hanno rafforzato la propria partecipazione nel capitale sociale in corrispondenza dell’offerta, ed è quindi plausibile che il mancato perfezionamento dell’offerta possa provocare una corrispondente uscita dal capitale di Creval di investitori e azionisti”, il cda, senza voler
neppure entrare nel merito della correttezza e completezza di una tale affermazione, ritiene che, in caso di insuccesso dell’Opa, competa comunque ai soci ogni valutazione in ordine a mantenere il consiglio nominato dall’assemblea 2021 nella gestione della banca o procedere alla sua sostituzione.
Il cda, con riferimento altresì alle numerose comunicazioni di Crédit Agricole Italia, ora
come azionista della banca, ora come offerente nel contesto dell’offerta pubblica di acquisto
volontaria sulla totalità delle azioni Creval, ritiene doveroso ribadire che la sua azione è stata sempre improntata alla più stretta aderenza alle regole di trasparenza e correttezza che si applicano ai soggetti interessati dall’Opa, essendosi limitato ad esercitare, nell’interesse di tutti gli azionisti, le prerogative di legge riconosciute all’emittente, fra le quali rientra certamente quella di poter esprimere, anche sulla base delle fairness opinion degli advisor finanziari, un giudizio sulla non congruità del corrispettivo dell’Opa.
Riguardo infine ai profili evidenziati da Crédit Agricole Italia in merito al piano “Bonus Pool 2021”, il consiglio sottolinea che anche le nuove politiche sulla remunerazione non prevedono alcun “golden parachute”, come è stato in maniera fuorviante rappresentato da Crédit Agricole Italia nel comunicato del 31 marzo 2021 avente ad oggetto la proposta.
Come è facilmente rilevabile dalla documentazione depositata in vista della prossima assemblea, le politiche chiariscono che, in caso di cessazione del rapporto in essere con un manager della banca, per motivi diversi dalla giusta causa, quest’ultimo non perda la componente variabile della remunerazione già maturata e differita negli anni, salva l’applicazione di malus e clawback, in piena conformità alla prassi di mercato e alla disciplina prudenziale in materia di politiche di remunerazione.