Mercati Usa – Dow Jones a +0,3% in avvio, giù il Nasdaq

Partenza senza direzione precisa a Wall Street, dopo i dati sui prezzi alla produzione superiori alle attese che hanno riacceso i timori di pressioni inflazionistiche con la riapertura delle attività.

Dopo pochi minuti di scambi, il Nasdaq cede lo 0,4%, mentre il Dow Jones avanza dello 0,3% e lo S&P 500 lo 0,1%, quest’ultimo mantenendosi sui massimi assoluti.

La banca centrale Usa ha ribadito che l’economia americana continua a necessitare di un aggressivo sostegno monetario per uscire dalla crisi pandemica, confermando l’impegno a mantenere una politica accomodante che favorisca un rimbalzo sostenibile.

Nonostante la forza di alcuni indicatori, infatti, il recupero resta ancora incompleto, come dimostrato ieri dall’inatteso aumento delle richieste settimanali di sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti.

Il presidente della Fed, Jerome Powell, ha rassicurato sulla volontà di ridare forza all’economia senza alimentare l’inflazione, dichiarando che i policy makers reagiranno se le aspettative sui prezzi dovessero iniziare “a muoversi insistentemente e materialmente” oltre dei livelli ritenuti tollerabili.

Gli investitori continuano comunque a soppesare le prospettive di una ripresa della crescita contro le preoccupazioni di un’accelerazione dell’inflazione a livello globale, alimentate dai dati sui prezzi alla produzione in Cina saliti a marzo sui massimi da tre anni.

Negli Stati Uniti, invece, i prezzi alla produzione lo scorso mese sono aumentati oltre le attese, segnando un +1% su base mensile, dal +0,5% di febbraio e del consensus, e un +4,2% su base annuale.

Intanto riprendono a salire i rendimenti sui Treasuries, accompagnati da un rafforzamento del biglietto verde. Il tasso sul decennale americano guadagna 5 punti base all’1,67% e quello sul biennale 1 punto base allo 0,16%. Sul Forex, il cambio euro/dollaro viaggia a 1,188 e il dollaro/yen a 109,8.

Tra le materie prime, infine, in lieve ribasso le quotazioni del greggio con il Brent (-0,3%) a 63 dollari e il Wti (-0,1%) a 60 dollari, in scia all’aumento delle forniture da parte dei grandi produttori e dei timori per lo scenario ancora incerto sulla ripresa della domanda di petrolio.