Dgfd, holding che fa capo all’imprenditore Denis Dumont e azionista del Creval con il 6,15% del capitale, invita Crédit Agricole Italia ad alzare il prezzo dell’Opa, pari a 10,5 euro per azione.
In una nota emessa da Dgfd si legge che “coerentemente con la propria politica di investimento e la propria visione e valori, da un lato invita l’offerente a rivedere il prezzo d’offerta coerentemente con il valore della banca e all’altro lato, in caso di mancata revisione dell’offerta e di mancato successo dell’Opa, non esclude di intraprendere tutte le più opportune azioni finalizzate a dare stabilità all’azionariato e a sostenere l’indipendenza assoluta di Creval, oggi più che mai una public company, e consentirle di cogliere, senza ostacoli, nuove ed ulteriori opportunità di crescita, a beneficio di tutti i dipendenti, i clienti, gli azionisti ed i territori dove opera”.
“Dgfd non è contraria a operazioni di M&A e ben conosce la serietà e la qualità della casa madre dell’attuale offerente, che auspicabilmente dovrebbe però rispecchiarne i valori e lo stile indiscusso. Un’operazione di offerta pubblica di acquisto è e rimane un’ipotesi di trasformazione dell’azionariato del Creval, ipotesi che il mercato sembra accogliere positivamente come prospettiva strategica di crescita, ma che respinge fermamente, anche nel solco delle fairness opinion di Banche d’affari di standing internazionale, ritenendo che il prezzo offerto non sia adeguato al valore attuale e prospettico del Creval”, continua la nota.
“L’offerta proposta appare superata anche dal nuovo contesto macroeconomico che si sta delineando, e che ha già generato, dal momento dell’annuncio dell’Opa, un significativo apprezzamento delle valutazioni azionarie del settore bancario. A ciò si aggiunge la variabile straordinaria delle Dta, che grazie alla Legge di Bilancio approvata alla fine dello scorso anno, determina in caso di fusione un immediato e notevole valore aggiunto, di cui il Crédit Agricole beneficerebbe ampiamente rispetto al lancio dell’offerta”, sottolinea poi la nota.
“Oggi ancora di più si ritiene che la grande credibilità del top management, la crescita della squadra manageriale, il rinnovato impegno di tutti i dipendenti, la loro qualità e il loro senso di coinvolgimento in un progetto forte e fondato su un piano industriale che ha già portato risultati importanti, rappresentino i principali pilastri per raggiungere gli obiettivi di ulteriore crescita, anche in un’ipotesi stand alone qualora l’Opa non andasse a buon fine per la mancanza di una revisione del prezzo che rispecchi il reale valore della banca e consenta l’equa attribuzione dei benefici relativi all’operazione di merger anche agli attuali soci del Credito Valtellinese”, puntualizza la nota.
“Al di là del valore intrinseco di Creval in un’ottica dinamica di generazione valore, sono tangibili e facilmente quantificabili i benefici che possono derivare oltre che per gli attuali azionisti, su base stand alone, anche all’offerente in caso di buon esito dell’Opa in funzione del cospicuo eccesso di capitale, soprattutto quando si considera il più recente orientamento del regolatore riguardo la scadenza di settembre per la rimozione delle limitazioni alla distribuzione di dividendi”, prosegue poi la nota.
“Creval è oggi una banca trasformata, tra le più solide in Europa, con una qualità del credito ottimale e un core business fortemente migliorato e più profittevole. In sintesi, una banca pronta a nuove sfide ed il cui valore non solo economico ha attratto il fortissimo interesse del terzo gruppo bancario europeo”, conclude la nota.
Intorno alle 14:30 a Piazza Affari il titolo guadagna lo 0,7% a 12,29 euro, un andamento perfettamente in linea con l’indice di settore (+0,7%).