Mercati asiatici – Listini cinesi sottotono dopo bilancia commerciale marzo

Seduta contrastata per le principali piazza asiatiche, con i maggiori indici cinesi appesantiti dal mancato raggiungimento delle esportazioni attese per il mese di marzo. L’umore in Cina è stato anche penalizzato dalle preoccupazioni per lo stato di salute finanziaria del debt manager China Huarong Asset Management.

Nel complesso gli operatori continuano ad essere preoccupati per l’aumento dei contagi e per il lento avanzamento delle campagne di immunizzazione, con gli occhi rivolti nel pomeriggio alla lettura dell’inflazione statunitense e all’asta dei Treasuries trentennali.

Negli Usa, se da un lato accelera la ripresa economica, dall’altro lato gli investitori temono che la spesa pubblica eccezionale e gli stimoli della banca centrale possano portare a un’inflazione eccessiva.

Si segnala inoltre che, secondo indiscrezioni di stampa, Janet Yellen non indicherà la Cina come un manipolatore di valuta nel primo rapporto semestrale sui cambi: una notizia positiva che terrà momentaneamente basso il livello di tensione tra i due Paesi.

Nel frattempo il Giappone sta lottando per tenere sotto controllo le infezioni mentre si prepara a ospitare le Olimpiadi di Tokyo mentre i funzionari sanitari thailandesi hanno avvertito che il tasso giornaliero di nuove contagi potrebbe raggiungere quota 28.000 se non verranno adottate misure urgenti per contrastare la pandemia.

Sul fronte macro, a marzo la bilancia commerciale cinese ha registrato un saldo positivo di 13,8 miliardi di dollari, in diminuzione rispetto al surplus di 37,88 miliardi di febbraio. Il dato si è rivelato inferiore alle attese dagli analisti che avevano previsto un surplus in aumento a 52 miliardi. Nel dettaglio, le esportazioni hanno riportato un incremento del 30,6%, a fronte del 38% stimato e del +154,9% del mese precedente. Le importazioni hanno registrato invece un incremento del 38,1%, contro il +24,4% previsto e dopo il +17,3% della rilevazione precedente.

Sul Forex, il cambio euro/dollaro si attesta a 1,1898 mentre il dollaro/yen si fissa a 109,57. Tra le materie prime, petrolio in frazionale rialzo con il Brent a 63,66 dollari al barile (+0,6%) e il Wti a 60,03 dollari al barile (+0,5%). Oro a 1.725,15 dollari l’oncia (-0,4%).

Tornando ai listini asiatici, in Cina Shanghai e Shenzhen segnano rispettivamente un -0,4% e un +0,1%.

In Giappone, denaro sul Nikkei (+0,8%) e Topix (+0,4%).

Il tutto dopo le seguenti chiusure di ieri a Wall Street: Dow Jones -0,2%; S&P 500 +0,0%; Nasdaq -0,4%.