Tesla ha presentato ieri a mercati chiusi i risultati del primo trimestre 2020, evidenziando vendite più che raddoppiate alla quota record di oltra 184.000 veicoli e facendo meglio delle attese grazie soprattutto alla forte domanda in Cina.
I ricavi sono aumentati del 74% a 10,39 miliardi, mentre l’utile netto si è attestato a 438 milioni, pari a un Eps di 0,93 miliardi di dollari anche grazie alla vendita di Bitcoin che ha generato profitti per 101 milioni di dollari.
Il gruppo non ha però fornito una guidance precisa sulle consegne attese per il 2021, sebbene il Ceo Elon Musk abbia dichiarato che la domanda è più alta che mai con una crescita annuale del 50% delle vendite su un orizzonte pluriennale.
Questo implica consegne per circa 750 mila veicoli quest’anno, deludendo però le attese degli analisti che speravano in indicazioni più puntuali.
La società ha anche dichiarato che sta espandendo le operations in tre continenti, annunciando ufficialmente che sta per avviare la produzione dal suo impianto in Europa, la nuova gigafactory tedesca vicino a Berlino.
L’outlook di Tesla è però influenzato dalla scarsità di microchip che sta interessando l’intero comparto automotive. Secondo Musk, il primo trimestre è stata una delle sfide più difficili a livello di supply chain mai affrontate, con l’impatto della carenza di forniture atteso proseguire anche nel trimestre in corso e nel prossimo.
Infine, durante la call con gli investitori Elon Musk ha parlato anche dell’incidente mortale avvenuto in Texas e costato la vita a due persone che, a quanto pare, avevano inserito la guida autonoma sulla propria Model S.