Il Cda di Trevi ha approvato il progetto di bilancio al 2020.
A livello di gruppo, i ricavi ammontano a 491,3 milioni, in calo del 21% circa.
In termini geografici i ricavi sono diminuiti del 19% e dell’8% rispettivamente nelle aree USA-Canada e Resto del mondo-Estremo Oriente, aree che incidono rispettivamente per il 22% e per il 19% sui ricavi. Per quanto riguarda l’Europa, che incide per il 24%, il fatturato è aumentato del 5% a 115,8 milioni. In Italia invece, con un’incidenza al 10%, i ricavi sono diminuiti del 16% a 48,6 milioni.
L’Ebitda è diminuito del 16% a 50,1 milioni, per una marginalità del 10,1%. L’Ebitda adjusted, al netto degli oneri non ricorrenti per circa 4,8 milioni imputabili principalmente a onorari corrisposti per il buon esito dell’operazione di ripatrimonializzazione e ristrutturazione dell’indebitamento, è aumentato del 7% a 45,3 milioni, con una marginalità del 9,2%.
L’Ebit è pari a 0,6 milioni, rispetto alla perdita registrata nell’esercizio precedente pari 36,9 milioni. Si ricorda che nel 2019 risentiva di svalutazioni di immobilizzazioni, rimanenze e crediti, derivanti anche dalle valutazioni conseguenti alla strategia di permanenza o meno in taluni mercati.
Il conto economico si è chiuso con un utile netto di 241,5 milioni, rispetto alla perdita di 75,8 milioni del 2019, un risultato che ha beneficiato di 280,3 milioni quali effetti complessivi dell’operazione di ripatrimonializzazione e di ristrutturazione dell’indebitamento.
L’indebitamento netto diminuisce del 63%, passando da 735 milioni a fine anno 2019 a 269,4 milioni.
Il portafoglio lavori al 31 dicembre 2020 è pari a 317,5, in diminuzione del 18% circa rispetto ai 374,5 milioni del 31 dicembre 2019. Nel 2020 sono stati acquisiti ordini per 425,4 milioni, in calo di circa 78 milioni rispetto all’esercizio precedente.
Nel corso 2021 i ricavi del Gruppo Trevi sono attesi aumentare rispetto al 2020 ad un tasso compreso tra il 7 e l’8%, mentre l’acquisizione di nuovi ordini è prevista superiore a quella dell’esercizio 2020.