Intesa SP – L’utile netto sale (+31,7%) a 1.516 mln 1Q 2021

Intesa Sanpaolo ha archiviato il primo trimestre 2021 con solidi risultati, nonostante il protrarsi della crisi sanitaria derivante dalla diffusione del virus Covid-19, con ricavi e margini che hanno mostrato una buona tenuta. Il margine di intermediazione si è fissato a 5.461 milioni (-2% a/a). L’utile netto è salito a 1.516 milioni, beneficiando del calo dei costi operativi, delle rettifiche su crediti e degli accantonamenti.

I risultati del primo trimestre 2021 hanno confermato la capacità di Intesa Sanpaolo di affrontare efficacemente la complessità del contesto conseguente all’epidemia da Covid-19 e sono pienamente in linea con l’obiettivo di un utile netto per l’anno ampiamente superiore a 3,5 miliardi.

I risultati riflettono la redditività sostenibile, che deriva dalla solidità della base patrimoniale e della posizione di liquidità, dal modello di business resiliente e ben diversificato, dalla flessibilità strategica nella gestione dei costi operativi e dalla qualità dell’attivo di Intesa Sanpaolo, con un basso profilo di rischio a presidio del supporto del gruppo all’Italia.

La generazione di valore per tutti gli stakeholder verrà accresciuta dalle sinergie previste per oltre un miliardo derivanti dalla fusione di Ubi Banca realizzata con successo senza costi sociali e dagli oltre 6 miliardi a valere sull’utile ante imposte che il gruppo ha destinato nel 2020 all’ulteriore rafforzamento della sostenibilità dei risultati.

“Il processo di integrazione di Ubi si è concluso perfettamente in linea con i nostri piani. Le sinergie derivanti dalla combinazione con Ubi Banca, previste a oltre 1 miliardo  all’anno e superiori alle stime iniziali, aggiungeranno valore rilevante alla nostra posizione di leadership europea”, ha commentato il Ceo Carlo Messina.

“Il costo del rischio annualizzato scende a 35 punti base. Nei primi tre mesi dell’anno il flusso di crediti deteriorati lordi è il piu’ basso mai registrato. Abbiamo superato di 6 miliardi, con un anno di anticipo, l’obiettivo di riduzione di crediti deteriorati previsto dal piano d’impresa 2018-2021. A fine marzo abbiamo raggiunto un Npl ratio lordo del 4,4% (3,5% secondo la definizione Eba), e del 2,3% netto, i livelli più bassi di sempre”, ha aggiunto il manager.

“Grazie alla significativa riduzione dei costi operativi i nostri livelli di efficienza migliorano ulteriormente con un Cost/Income del 46,5%, uno dei migliori in Europa. Il risultato netto del primo trimestre 2021 e’ pari a 1,5 miliardi di euro, con un aumento del 32% rispetto al primo trimestre del 2020”, ha sottolineato Messina.

“Grazie a questi elementi distintivi, la remunerazione dei nostri azionisti resta una priorità: nel mese di maggio distribuiremo circa 700 milioni di dividendi in contanti, il quantitativo massimo stabilito dal supervisore; una volta superate le restrizioni delle BCE intendiamo distribuire in contanti – dalle riserve – la parte restante per raggiungere il pay-out ratio previsto nel piano d’impresa, pari complessivamente al 75% di 3,5 miliardi di utile netto normalizzato 2020. Confermiamo l’impegno a erogare dividendi per un pay-out ratio del 70% rispetto all’utile netto 2021, previsto ben al di sopra di 3,5 miliardi”, ha spiegato il Ceo.

I dati rideterminati di conto economico e stato patrimoniale sono stati predisposti per tenere conto dell’inclusione del gruppo UBI per il periodo ante acquisizione e, sulla base di dati gestionali, della riallocazione del contributo dei rami di attività oggetto di cessione al risultato delle attività operative cessate.

Il margine di intermediazione si è fissato a 5.461 milioni (-2% a/a), mostrando una buona tenuta.

Il margine di interesse è ammontato a 1.943 milioni (-4,3%).

Le commissioni nette si sono fissate a 2.301 milioni (+8,9%). In dettaglio, si è registrato una flessione delle commissioni da attività bancaria commerciale (-0,5%), una crescita delle commissioni da attività di gestione, intermediazione e consulenza (+12,6%), nel cui ambito è salita la componente relativa a intermediazione e collocamento di titoli (+49,7%, con commissioni di performance pari a 56 milioni nel primo trimestre 2021 contro i 9 milioni del periodo di confronto), quella relativa al risparmio gestito (+10,5%) e di quella relativa ai prodotti assicurativi (+4,6%).

Il risultato netto dell’attività finanziaria è calato a 791 milioni (-24,2%), con la componente relativa alla clientela che è scesa a 81 milioni da 153 milioni, quella di capital markets ha registrato un saldo negativo di 318 milioni (da +478 milioni), quella dell’attività di trading e tesoreria è diminuita a 387 milioni da 451 milioni e quella dei prodotti strutturati di credito che ha registrato un saldo positivo di 5 milioni (da -38 milioni).

Gli altri ricavi sono aumentati a 421 milioni (+11,4%), nel cui ambito il risultato dell’attività assicurativa è ammontato a 373 milioni (da 372 milioni).

Alla tenuta dei ricavi si è accompagnata a una diminuzione dei costi che, nel complesso, sono scesi a 2.542 milioni (-2,6%), con le spese del personale diminuite a 1.603 milioni (-1,2%) e gli altri costi a 939 milioni (-5%).

Tali dinamiche hanno portato a un risultato lordo di gestione pari a 2.919 milioni (-1,4%).

Il cost/income ratio nel primo trimestre 2021 è pari al 46,5%, rispetto al 46,9% del primo trimestre 2020.

Le rettifiche di valore nette su crediti sono calate a 402 milioni (-25,3% rispetto ai 538 milioni del periodo di confronto, che includevano 50 milioni per i futuri impatti legati al Covid-19).

L’ammontare di altri accantonamenti netti e rettifiche di valore nette su altre attività è stato
pari a 133 milioni (428 milioni nel primo trimestre 2020, che includevano circa 300 milioni di accantonamenti a fondi rischi e oneri legati al Covid-19).

Gli altri proventi netti sono ammontati a 198 milioni, comprendenti la plusvalenza di 194
milioni derivante dalla cessione del ramo di azienda relativo alle attività di banca depositaria e fund administration di Fideuram Bank Luxembourg (10 milioni nel primo trimestre 2020).

L’utile delle attività operative cessate si è fissato a 48 milioni (149 milioni nel primo trimestre 2020).

Il periodo si è chiuso con un utile netto consolidato pari a 1.516 milioni (+31,7%).

Il tutto dopo la contabilizzazione di:

  • imposte sul reddito per 833 milioni;
  • oneri di integrazione e incentivazione all’esodo (al netto delle imposte) per 52 milioni;
  • oneri derivanti dall’allocazione dei costi di acquisizione (al netto delle imposte) per 16
    milioni;
  • tributi ed altri oneri riguardanti il sistema bancario (al netto delle imposte) per 196 milioni;
  • rettifiche di valore dell’avviamento e delle altre attività intangibili (al netto delle imposte) per milioni, dovute all’azzeramento dell’avviamento della divisione Banca dei Territori anche connesso all’aumento del valore contabile della divisione conseguente all’integrazione di Ubi;
  • un utile di pertinenza di terzi per 17 milioni.

Dal lato patrimoniale, a fine marzo 2021 i finanziamenti verso la clientela sono pari a 463,3 miliardi (+0,4% rispetto al 31 dicembre 2020).

Il complesso dei crediti deteriorati ammonta, al netto delle rettifiche di valore, a 10,5 miliardi (-2,3% rispetto a fine 2020; coverage ratio al 49,4%).

Le sofferenze nette scendono a 3,97 miliardi (da 4 miliardi; coverage ratio al 59,4%) e le inadempienze probabili a 6,1 miliardi (da 6,2 miliardi).

Le attività finanziarie della clientela risultano pari a 1.175 miliardi (+1,1% rispetto al 31 dicembre 2020). Al loro interno, la raccolta diretta bancaria ammonta a 523 miliardi (-0,4% rispetto a fine 2020). Il complesso di raccolta diretta assicurativa e riserve tecniche è pari a 176 miliardi (+0,4% rispetto al 31 dicembre 2020). La raccolta indiretta ammonta a 651 miliardi (+2,3% rispetto a fine 2020). L’ammontare di risparmio gestito è pari a 433 miliardi (+2% rispetto al 31 dicembre 2020), mentre la raccolta amministrata si fissa a 218 miliardi (+2,8% rispetto a fine 2020).

Dal lato della solidità patrimoniale, i coefficienti patrimoniali al 31 marzo 2020, calcolati applicando i criteri transitori in vigore per il 2021, calcolati deducendo dal capitale 1.061 milioni di dividendi maturati nel primo trimestre 2021, risultano pari al 14,9% per il CET1 ratio (14,7% a fine 2020), al 16,8% per il Tier1 ratio (16,9% a fine 2020) e al 19,5% per il coefficiente patrimoniale totale (19,6% a fine 2020).

La stima del Common Equity Tier 1 ratio pro-forma del gruppo a regime è pari al 15,7%,(15,9% al 31 dicembre 2020).