Mps – Nuovi rumor su un possibile interesse da parte di UniCredit

Tornano a circolare nuovi rumor circa la possibile acquisizione di Mps da parte di UniCredit.

Secondo indiscrezioni riportate da Bloomberg, il Governo e UniCredit dovrebbero riavviare i colloqui entro poche settimane per discutere la questione, con l’esecutivo che sarebbe intenzionato a portare a termine la privatizzazione dell’istituto senese, di cui il Tesoro è il primo azionista con il 64,2% del capitale, entro fine 2021, rispettando così le tempistiche concordate con le autorità europee.

I colloqui erano stati interrotti a inizio anno a seguito del cambio del Governo e del rinnovo al vertice di UniCredit, con il passaggio del timone da Jean Pierre Mustier ad Andrea Orcel (insediatosi a metà aprile).

Secondo rumor riportati da Il Messaggero, il MEF potrebbe proporre a UniCredit di rilevare il 51% del capitale di Mps a un prezzo simbolico (con successiva Opa), mentre il Tesoro che resterebbe azionista con una partecipazione pari al 13% per affiancare la banca acquirente nel processo di ristrutturazione, che potrebbe prevedere anche la vendita di alcuni asset (per esempio la rete centro-sud) a favore di MCC.

Inoltre, secondo il quotidiano, il MEF potrebbe chiedere una proroga dei termini fino a giugno 2022 per l’uscita dal capitale e agevolare un accordo con la banca di piazza Gae Aulenti.

Indiscrezioni dei giorni scorsi riportavano che l’esecutivo starebbe lavorando a una proroga e un’estensione degli incentivi (in primis la conversione delle DTA in crediti di imposta) per favorire un’aggregazione.

Secondo Bloomberg, il Governo potrebbe valutare soluzioni alternative per privatizzare la banca toscana, anche se l’opzione UniCredit resta la preferita, mentre quest’ultima potrebbe fare una riflessione su un potenziale deal con Banco Bpm e in un secondo step, alle giuste condizioni, potrebbe ritornare sull’ipotesi Mps.

Intorno alle 11:15 a Piazza Affari le azioni Mps viaggiano sulla parità a 1,97 euro, mentre il titolo UniCredit sale del 2,4% a 9,57 euro. L’indice di settore segna un rialzo dell’1,5 per cento.