Mercati asiatici – Listini giapponesi deboli dopo le vendite sui titoli tech a Wall Street

Seduta all’insegna della lettera in Giappone mentre l’azionario cinese ha resistito alle vendite dopo la performance negativa registrata ieri dal comparto tecnologico a Wall Street, con l’aumento dei prezzi delle materie prime che continua ad alimentare i timori riguardanti l’inflazione.

La sotto-performance registrata dai titoli tech segue la preoccupazione che una maggiore inflazione potrebbe spingere verso l’alto i tassi di interesse, pesando sulle valutazioni azionarie delle azioni maggiormente “growth”.

I riflettori restano pertanto sull’ampio rally delle materie prime, che minaccia di alimentare la pressione sui prezzi, confermata anche dai dati macro cinesi di aprile che mostrano un incremento dei prezzi alla produzione (PPI) su base tendenziale del 6,8%, (consensus +6,5%) dopo il +4,4% di marzo.

L’Istituto nazionale di statistica della Cina ha inoltre indicato che i prezzi al consumo (CPI) hanno segnato un incremento dello 0,9% su base annua, leggermente al di sotto delle attese degli analisti (+1%) dopo il +0,4% di marzo.

Monitorata ancora l’evoluzione della pandemia con il Giappone che, in vista delle Olimpiadi che prenderanno il via a luglio, registra l’ingresso di migliaia di funzionari e atleti, nonostante le vaccinazioni proseguano a rilento.

Sul Forex, il cambio euro/dollaro si attesta a 1,2134  mentre il dollaro/yen si fissa a 108,89. Tra le materie prime, petrolio in calo con il Brent a 67,88 dollari al barile (-0,7%) e il Wti a 64,49 dollari al barile (-0,6%). Oro a 1.835,55 dollari l’oncia (-0,1%).

Tornando ai listini asiatici, Shanghai e Shenzhen entrambe a +0,2%. Hong Kong a -1,8%.

In Giappone, Nikkei e Topix perdono rispettivamente il 3,2% e il 2,4%.

Il tutto dopo le seguenti chiusure di ieri a Wall Street: S&P500 a -1%, Dow Jones a -0,1% e Nasdaq a -2,5%.