Banca Ifis ha archiviato il primo trimestre 2021 con un margine di intermediazione pari a 137,7 milioni (+30% a/a), beneficiando della ripresa macroeconomica e della progressiva normalizzazione del business Npl.
Il margine di intermediazione del segmento Npl è salito a 58,3 milioni (+34,8%), mentre quello relativo al settore Commercial & Corporate Banking è cresciuto a 64,9 milioni (+21%). Il margine di intermediazione del settore Governance & Servizi e Non Core si è fissato a 14,5 milioni (+66,7%).
Il margine di interesse è aumentato a 115,8 milioni (+26,7%) e le commissioni nette sono diminuite a 18,8 milioni (-11%).
Dopo oneri operativi saliti a 91,3 milioni (+24,2%) per maggiori costi variabili legati all’attività legale del settore Npl, l’ingresso nel perimetro di Farbanca e nuove progettualità ICT, il risultato lordo di gestione si è fissato a 46,4 milioni (+43,2%).
Dopo avere contabilizzato rettifiche su crediti scese a 16,1 milioni (-13%; inclusi gli 8 milioni di accantonamenti addizionali su crediti in bonis nell’ambito di ulteriore prudenza in relazione allo scenario Covid-19), il periodo si è chiuso con un utile netto di 20,1 milioni (+10 milioni escludendo da quest’ultimo la plusvalenza straordinaria di 24,2 milioni e il relativo effetto fiscale per la cessione dell’immobile milanese di Corso Venezia; -23,9% includendo suddetta plusvalenza e il relativo effetto fiscale).
A livello patrimoniale, al 31 marzo 2021 i crediti verso la clientela si fissano a 9 miliardi (-1,1% rispetto a fine 2020), mentre la raccolta da clientela ammonta a 5,5 miliardi (+1% rispetto al 31 dicembre 2020).
Sul fronte della solidità patrimoniale, a fine marzo 2021 il CET1, senza considerare gli effetti del consolidamento nella controllante La Scogliera, si fissa al 15,97% (15,47% al 31 dicembre 2020).