Mercati Asiatici – Seduta in rosso per Cina e Giappone

Ancora vendite sulle principali piazze asiatiche dopo la terza seduta negativa registrata a Wall Street, dove continuano a prevalere i timori che un surriscaldamento dell’economia possa portare a un ulteriore aumento dell’inflazione, spingendo la Fed ad allentare gli stimoli monetari nonostante le rassicurazioni degli ultimi tempi.

Le vendite continuano a colpire soprattutto i titoli tecnologici, che ottengono la maggior parte della loro valutazione dai profitti futuri e che potrebbero essere meno preziosi se venissero erosi dall’inflazione.

Ad aprile l’indice dei prezzi al consumo negli Usa ha registrato un incremento dello 0,8% su base mensile, superiore alle attese del consensus (+0,2%) e al dato di marzo (+0,6%). Anno su anno la variazione si attesta a +4,2%, anche in questo caso al di sopra del consensus (+3,6%), dopo il +2,6% di marzo. L’incremento è il maggiore registrato dal 1981.

Il Tbond che guadagna sette punti base e chiude all’1,69%, sui massimi da inizio anno.

L’inflazione statunitense “potrebbe aumentare leggermente nei prossimi mesi prima di moderarsi entro la fine dell’anno” e le politiche accomodanti della Fed “rimarranno probabilmente invariate per qualche tempo”. ha affermato Richard Clarida, vice presidente della Fed.

In Cina prevalgono le vendite dopo che i prestiti concessi dalle banche hanno mancato le aspettative e per le nuove tensioni con gli Stati Uniti.

Il governo cinese ha trasformato la provincia occidentale dello Xinjiang in una “prigione a cielo aperto”, ha detto un funzionario del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti mercoledì, mentre il dipartimento ha pubblicato un rapporto che ha criticato il trattamento della Cina delle minoranze religiose.

Nel frattempo, secondo rumor, la Cina starebbe valutando se sostituire il vice premier Liu He come suo principale inviato economico per quel che riguarda le relazioni con gli Usa. Si tratterebbe di una mossa che indicherebbe il forte interesse di Pechino per la cooperazione economica con Washington.

Le banche cinesi, ad aprile, hanno concesso nuovi prestiti per 1.470 miliardi di yuan ad aprile (1.600 miliardi di yuan le attese, 2.730 miliardi di yuan a marzo). La massa monetaria M2, nello stesso mese, è salita dell’8,1% su base annua (+9,1% le stime e +9,4% a marzo).

Le azioni giapponesi si muovono al ribasso giovedì, con il Nikkei che ha toccato un minimo di quattro mesi, con le vendite che colpiscono soprattutto i titoli tecnologici a causa dei timori sull’inflazione.

A peggiorare il sentiment del mercato, il Giappone sta lottando per contenere la pandemia da Covid-19, costringendo decine di città ad abbandonare i piani per accettare gli atleti d’oltremare che competono nelle Olimpiadi da luglio a causa delle preoccupazioni per le risorse inadeguate.

Sul Forex, il cambio euro/dollaro si attesta a 1,209 mentre il dollaro/yen si fissa a 109,62. Tra le materie prime, petrolio in calo con il Brent a 68,50 dollari al barile (-1,2%) e il Wti a 65,28 dollari al barile (-1,2%). Oro a dollari 1.820,05 l’oncia (-0,1%).

Tornando ai listini asiatici, Shanghai e Shenzhen cedono rispettivamente lo 0,9% e lo 0,5%. Hong Kong a -1,1%.

In Giappone, Nikkei e Topix lasciano sul terreno rispettivamente il 2% e lo 0,9%.

Il tutto dopo le seguenti chiusure di ieri a Wall Street: Dow Jones (-2%), S&P 500 (-2,1%) e Nasdaq (-2,7%).