doValue ha archiviato i primi tre mesi del 2020 con ricavi lordi pari a 123,7 milioni (+47% a/a).
I ricavi di servicing di asset Npl, Utp e Reo sono ammontati a 111 milioni (+47%), includendo anche il contributo di doValue Greece (consolidata dal secondo semestre 2020). I ricavi da co-investimento e i ricavi da prodotti ancillari e attività minori si sono fissati a 12,6 milioni (+42%).
Al netto delle commissioni passive, i ricavi sono ammontati a 108,6 milioni (+49%).
Dopo oneri operativi saliti a 73,4 milioni (+33,9%), a seguito dell’ampliamento del perimetro di consolidamento, l’Ebitda si è attestato a 35,3 milioni (+94%). Al netto degli elementi non ricorrenti, l’Ebitda è stato pari a 35,8 milioni (+83%).
Il periodo si è chiuso con un utile netto di competenza del gruppo pari a 3,1 milioni (rosso di 3,7 milioni nel periodo di confronto). Al netto degli elementi non ricorrenti, l’utile netto di competenza del gruppo sarebbe stato pari a 5,5 milioni (-0,7 milioni nei primi tre mesi del 2020).
A livello patrimoniale, al 31 marzo 2021 l’indebitamento finanziario netto è pari a 376,5 milioni (410,6 milioni a fine 2020), con una leva di 2,5x. Il miglioramento è legato al flusso di cassa generato dall’attività operativa.
A fine marzo il portafoglio gestito dal gruppo nei 5 mercati in cui opera (Italia, Spagna, Portogallo, Grecia e Cipro) è pari a 161,2 miliardi (157,7 miliardi al 31 dicembre 2020).
Per quanto riguarda l’esercizio 2021, l’andamento positivo dello sviluppo del business, il miglioramento progressivo delle collection e un approccio conservativo sul lato dei costi continueranno a supportare la redditività e la capacità di generare cassa di doValue, grazie anche ad un bilancio solido e un livello contenuto di leva finanziaria, caratteristiche difensive importanti nel contesto attuale.
Importanti mandati di servicing sono già stati messi in gara nel corso dell’esercizio e che verranno completati nella seconda metà del 2021.