Mps – Ancora rumor sulla privatizzazione

Continuano a rincorrersi le indiscrezioni sul futuro di Mps, il cui primo azionista è il Tesoro con il 64,2% del capitale e che in base agli accordi con le autorità europee dovrà uscire dal capitale entro fine 2021.

Gli ultimi rumor vengono riportate da La Repubblica, che torna sull’ipotesi “spezzatino”.

Secondo quanto riporta il giornale, UniCredit al momento non sarebbe interessata ad acquisire l’istituto toscano e per questo il MEF potrebbe valutare una strada alternativa, il cosiddetto “spezzatino” sopra citato.

Anche il fatto che il Governo voglia prorogare fino a giugno 2022 gli incentivi che consentono di trasformare le DTA in crediti fiscali (per Mps secondo rumor potrebbe valere fino a 3,4 miliardi) sembrerebbe un segnale che al momento la cosiddetta “soluzione strutturale”, cioè il possibile merger con un’altra banca, sembra ancora lontana.

Il quotidiano aggiunge che dalle prime interlocuzioni accorse con il neo Ad di UniCredit, Andrea Orcel, avrebbe spiegato che l’acquisizione totale di Mps non sarebbe di interesse. Tuttavia, il manager sarebbe disponibile a valutare l’acquisto degli asset della banca senese in Toscana e nel Nord Est, dove è concentrata una buona parte dei 146 miliardi di attivi.

UniCredit potrebbe impegnarsi mantenere, almeno in Toscana e per un periodo, il marchio Mps e la sede a Siena, mitigando gli esuberi di personale.

Al contrario, UniCredit non sarebbe interessata alle filiali del Sud, su cui potrebbe intervenire Mcc, la banca pubblica che a fine 2019 ha ricevuto una dotazione di 900 milioni dal governo Conte per salvare la Popolare di Bari e porre le basi per la creazione di un polo bancario nel Sud. Tuttavia in Mcc, che ha circa 350 milioni di capitale libero, dovrebbe essere iniettate nuove risorse finanziarie.

Intorno alle 11:20 a Piazza Affari il titolo registra un guadagno dello 0,3% a 1,19 euro, mentre l’indice di settore sale dello 0,7 per cento.