Banca Finnat ha chiuso il primo trimestre 2021 con un margine di intermediazione pari a 16,9 milioni (+3,9% a/a), spinto soprattutto dalla dinamica positiva delle commissioni nette. Il periodo si è chiuso in utile per 1,9 milioni (+11,4%).
Nel primo trimestre 2021 Banca Finnat ha registrato un giro d’affari in crescita, trainato dall’ottima performance delle commissioni nette. Il tutto nonostante il contesto reso incerto dalla pandemia da Covid-19.
A livello di bottom line l’utile netto è salito, beneficiando anche della stabilità dei costi operativi.
Il margine di intermediazione si è fissato a 16,9 milioni (+3,9%).
Le commissioni nette sono aumentate a 12,8 milioni (+7,1%), in particolare grazie all’incremento del 12% delle commissioni nette della banca e del 5% delle commissioni nette di InvestiRE Sgr.
I profitti da trading sono passati da un saldo negativo di 0,2 milioni a un saldo positivo di 0,9 milioni. Contributi negativi al margine d’intermediazione sono invece derivati dal margine d’interesse, fissatosi a 3 milioni (da 4,1 milioni), e da minori dividendi per 0,5 milioni (da 0,9 milioni).
I costi operativi sono rimasti stabili a 12,6 milioni, al cui interno i costi del personale sono saliti a 9,4 milioni (+7,4%), mentre gli altri costi sono diminuiti a 3,2 milioni (-16,5%). Il cost/income ratio è migliorato dal precedente 77,1% all’attuale 74,3 per cento.
Le dinamiche sopra descritte hanno portato a un risultato lordo di gestione pari a 4,4 milioni (+16,7%) e, dopo rettifiche su crediti salite a 0,5 milioni (da 0,1 milioni), il risultato netto di gestione si è fissato a 3,9 milioni (+5,2%) e
Il periodo si è chiuso con un utile netto balzato a 1,9 milioni (+11,4%).
Dal lato patrimoniale, al 31 marzo 2021 gli impieghi salgono a 1,9 miliardi (+12,1% rispetto a fine 2020), al cui interno i crediti verso la clientela crescono a 1,4 miliardi (+14,2% rispetto al 31 dicembre 2020).
La raccolta cresce a 1,7 miliardi (+12,8% rispetto a fine 2020), al cui interno quella da clientela sale a 1,7 miliardi (+12,7% rispetto al 31 dicembre 2020).
Sul fronte della solidità patrimoniale, a fine marzo il CET1 si attesta al 32,4% (34,9% al 31 dicembre 2020). La Banca ha esercitato l’opzione per l’adesione alle disposizioni transitorie per la dilazione nel tempo degli impatti derivanti dall’applicazione del nuovo principio contabile sui fondi propri. Senza tale applicazione, il CET1 sarebbe stato pari al 32,3 per cento.
Al 31 marzo 2021, le masse totale raggiungono 16,3 miliardi (+5,8% rispetto a fine 2020).
Le previsioni per l’anno in corso, elaborate ad inizio anno dalla banca e dalle altre società
del gruppo, sono state predisposte tenendo conto del perdurare della situazione di emergenza epidemiologica ma anche dei benefici derivanti dalle misure di politica economica adottate a livello nazionale ed internazionale e di una conseguente risoluzione
della crisi, generata dalla pandemia, a partire dalla fine dell’esercizio corrente.
Per l’esercizio 2021 si prevede di confermare, a livello di gruppo, analoghi livelli di
redditività e patrimonializzazione registrati nell’esercizio 2020.