“Confido in una tempistica non troppo lunga: entro giugno ci aspettiamo le prime manifestazioni di interesse e ritengo che con questo si dovrebbero avere indicazioni su un possibile processo di cessione”.
Lo ha affermato in un’intervista a La Repubblica Salvatore Maccarone, presidente del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (FITD), parlando a proposito di Carige, di cui il FITD detiene l’80% del capitale. Il fondo si sta avvalendo della consulenza di Deutsche Bank per la cessione di tale quota.
Maccarone si attende la “formulazione di un’ipotesi concreta” nella “seconda parte dell’anno” e una cessione definitiva non prima dell’inizio del 2022.
Il presidente del FITD ha spiegato che una potenziale aggregazione deve essere “in grado di estrarre i valori di cui Carige dispone”, tra cui, le Dta. La banca porta in dote 400 milioni di Dta che potrebbero essere convertiti in crediti di imposta nell’ipotesi di fusione con un altro istituto, mentre il potenziale intervento di un fondo di private equity sarebbe meno attraente in tal senso.
“Per noi, prima si fa e meglio è, ma non ad ogni costo” perché “non dobbiamo svendere solo per liberarci della partecipazione. L’unica cosa che sembra da escludere è che Carige possa avere un futuro in autonomia, tutto il resto è teoricamente possibile”, ha aggiunto Maccarone.
In merito a una potenziale cessione a blocchi (circolano rumor di un possibile scorporo di Banca Cesare Ponti), il presidente del FITD ha affermato: “Se nelle trattative emergesse un
interesse del compratore in questo senso, potrebbe anche essere valutata l’ipotesi di cedere singoli asset, ma non è l’indicazione iniziale”.
Sulla questione nei giorni scorsi era intervenuto anche l’Ad della banca ligure, che in un’intervista a Class-Cnbc ha riportato: “I tempi dell’M&A non sono scolpiti nella pietra ma l’obiettivo è avere entro l’estate una short list di possibili banche interessate per poi consolidare l’ipotesi di business combination entro fine anno. La time line è ampiamente alla portata”.
“Il nostro ritorno in Borsa? Sarebbe completare un percorso di normalizzazione che è già stato avviato per esempio sul fronte commerciale con i buoni risultati ottenuti. Non credo ci saranno dei contraccolpi”, aveva poi aggiunto il Ceo.