Illa ha chiuso il 2020 con un fatturato pari a 27,3 milioni, in calo del 7,5% rispetto al 2019.
In Italia le vendite hanno mostrato un incremento di 6,6 milioni (+139,2%) dovuto principalmente alle commesse di importanti player non presenti nel 2019. Anche all’estero, al netto del fatturato di IKEA, i ricavi sono aumentati dell’80,1% a 2,8 milioni. Ikea, cliente storico, ha portato un calo delle vendite di 10,1 milioni (-71,9%), mentre . Infine, la divisione Giannini ha fatto registrare una riduzione di 2,3 milioni (-44,5%).
L’Ebitda adjusted, al netto degli oneri non ricorrenti e a parità di perimetro, risulta negativo per 0,5 milioni, comunque in miglioramento del 41,4% rispetto a -0,9 milioni del 2020. Le voci non ricorrenti sono relative alle svalutazioni straordinarie sul magazzino per circa 0,6 milioni e a consulenze straordinarie per circa 0,07 milioni .
L’Ebitda invece risulta negativo per 1,2 milioni, in peggioramento rispetto al precedente valore negativo di 0,9 milioni.
L’Ebit, a parità di perimetro, evidenzia un deficit di 1,8 milioni, in netto calo rispetto ai 2,2 milioni dell’esercizio precedente. Al netto degli oneri non ricorrenti l’Ebit sarebbe stato negativo per 1,1 milioni.
Gli oneri finanziari netti ammontano a 0,5 milioni, in aumento del 76% a seguito del maggior utilizzo delle linee bancarie ma soprattutto per gli sconti finanziari concessi ai clienti più importanti a fronte del pagamento alla consegna.
La perdita di periodo si fissa a 2 milioni, rispetto all’utile di 2,4 milioni del 2019.
L’indebitamento finanziario è rimasto pressoché invariato a 13,2 milioni, rispetto a fine anno 2019 pari a 12,6 milioni.
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