Mercati Usa – Previsto avvio negativo su tensioni geopolitiche e dopo dati occupazione

I futures sull’azionario Usa cedono lo 0,5-1%, preannunciando una partenza in calo a Wall Street in scia alle nuove tensioni geopolitiche tra Washington, Pechino e Mosca e dopo alcuni dati sul mercato del lavoro statunitense.

Ieri i principali indici americani hanno chiuso poco mossi, in una sessione di consolidamento in attesa dell’uscita domani del report di maggio sul mercato del lavoro americano. Dow Jones, S&P 500 e Nasdaq sono saliti dello 0,1%.

Sul fronte macro, i dati Adp sull’occupazione del settore privato statunitense hanno evidenziato la creazione 978 mila nuovi impieghi a maggio, superiori ai 650 mila previsti dal consensus e ai 654 mila del mese precedente (rivisti da 742 mila).

Le nuove richieste settimanali di sussidi di disoccupazione, invece, hanno toccato un nuovo minimo dallo scoppio della pandemia, scendendo a 385 mila (387 mila il consensus) dalle 405 mila della rilevazione precedente.

L’attenzione degli operatori si sposterà ora sui non farm payroll in uscita domani, che potrebbero offrire ulteriori indicazioni sullo stato del rimbalzo della crescita Usa e sui rischi legati all’inflazione e alla conseguente riduzione degli stimoli monetari.

Secondo il presidente della Fed di Philadelphia, Patrick Harker, la banca centrale americana dovrebbe cominciare a discutere le tempistiche di una riduzione del suo programma di acquisti di asset

Intanto, la Fed ha dichiarato che intende cominciare a vendere gradualmente un portafoglio di corporate bond ed Etf acquistati nell’ambito del programma di emergenza lanciato lo scorso anno in risposta alla crisi Covid.

Ad appesantire i mercati contribuisce la notizia che la Russia eliminerà il dollaro dal suo Fondo per il benessere nazionale con l’obiettivo di ridurre l’esposizione agli asset americani, in risposta alla minaccia di nuove sanzioni Usa come rappresaglia a un nuovo attacco cibernetico.

Nuove tensioni amche nei rapporti tra Washington e Pechino, alla luce del piano del presidente Joe Biden di rivedere il divieto agli investimenti su aziende collegate all’esercito cinese, che potrebbe estendersi a un numero maggiore di società.