ePrice – Risultati 2020 provvisori, Ebitda negativo per 13 mln

I risultati consuntivati al 31 dicembre 2020, attualmente provvisori, non assoggettati a revisione contabile, e non ancora inclusivi delle valutazioni relative all’impairment test e alla verifica della recuperabilità delle attività per imposte differite, evidenziano dati economici fortemente negativi.

Le vendite consolidate si attestano a 103 milioni, in riduzione rispetto all’esercizio precedente (circa 131 milioni), la redditività, in termini di EBITDA consolidato relativa all’esercizio 2020, risulta essere negativa per 13 milioni (negativo per 14 milioni al 31 dicembre 2019).

Tali risultati mostrano scostamenti significativi anche se confrontati con i precedenti piani approvati, dapprima, nel giugno 2020 e, successivamente, nel mese di settembre.

Le cause degli scostamenti registrati nel 2020 sono da ricercare nell’inasprirsi della concorrenza e nelle difficoltà di cassa manifestatasi dalla delibera di proposta di aumento di capitale dagli ultimi mesi del 2019 sino al perfezionamento dell’aumento di capitale.

I dati dell’ultimo trimestre 2020 non hanno evidenziato un cambiamento di tendenza, i ricavi sono risultati in ritardo rispetto alle previsioni contenute nel piano industriale a causa anche di un processo di ricostituzione delle giacenze di magazzino più lento, rispetto a quello ipotizzato.

Dal punto di vista finanziario, le disponibilità di cassa a fine dicembre 2020 ammontavano a circa 2,8 milioni con debiti commerciali per complessivi circa 18,6 milioni (scaduti e a scadere).

I risultati dei primi mesi dell’esercizio 2021 sono stati caratterizzati da uno shortage di prodotti che sta condizionando negativamente le vendite.

Il gruppo, che non ha ancora acquisito sufficiente potere contrattuale nei confronti dei fornitori, stante l’attività di ristrutturazione in corso, non riesce sempre ad avere la capacità di migliorare le condizioni e i termini del suo processo acquisitivo.

Malgrado l’attività di razionalizzazione dei costi, posta in essere dal management, iniziata negli ultimi mesi del 2020 e destinata ad intensificarsi nei primi due anni di Piano, i margini risultano tuttora negativi a causa di volumi di vendita insufficienti condizionati, a loro volta, dalla limitata capacità di approvvigionamento per le ragioni finanziarie già citate.

Per quanto sopra esposto, pur tenendo conto degli effetti conseguiti con l’operazione di aumento di capitale realizzata a settembre 2020, l’assorbimento di cassa consuntivato nell’esercizio 2020, e nei primi mesi di quello corrente, ha indotto il CdA a valutare potenziali nuove operazioni per il mantenimento della continuità aziendale, tra cui il ricorso ad un prestito obbligazionario convertibile, al fine di poter sostenere nel breve periodo gli obiettivi di stabilizzazione del capitale circolante netto.

Il board ha tra l’altro valutato positivamente la manifestazione di interesse e ne ha deliberato la sottoscrizione, così concedendo al potenziale investitore un periodo di esclusiva iniziale sino al 30 giugno 2021.

In considerazione del proseguimento delle trattative, il CdA ha anche deliberato di rinviare l’esame e l’approvazione del progetto di bilancio d’esercizio al 31 dicembre 2020 ad una data successiva alla seduta assembleare chiamata ad assumere i provvedimenti ai sensi dell’art. 2447 cod. civ., eventualmente avvalendosi della facoltà prevista dal Decreto Liquidità con riferimento alla sospensione degli obblighi previsti dal Codice Civile in tema di perdita del capitale sociale.

La definizione di un accordo di investimento comporterà la rivisitazione del piano industriale del gruppo al fine di recepire nuove linee guida industriali e commerciali conseguenti l’accordo stesso.