La cordata Intrum-Deva Capital, Credito Fondiario, Fortress e Bain Capital Credit sarebbero in lizza per rilevare un portafoglio di leasing non performing da 1,1 miliardi di nominale (“Progetto Portland”) messo in vendita da Intesa Sanpaolo.
Lo si apprende da Il Sole 24 ore, secondo cui il consorzio Intrum-Deva Capital sarebbe il favorito nell’ambito del processo competitivo.
Il gruppo Intrum ha già una partnership in essere con Intesa Sanpaolo dal 2018, quando è stata costituita la piattaforma di recupero crediti Intrum Italy, detenuta al 51% dal gruppo Intrum ed al 49% da Intesa Sanpaolo. Contemporaneamente la banca aveva ceduto un portafoglio di Npl del valore nominale di oltre 10 miliardi ad un veicolo di cartolarizzazione.
Recentemente il Ceo Carlo Messina ha rimarcato che l’istituto ha raggiunto “con un anno di anticipo l’obiettivo di riduzione di crediti deteriorati previsto dal piano d’impresa 2018-2021” e “i più bassi livelli di Npl ratio dal 2007 con un Npl ratio lordo del 3,7%, includendo Ubi Banca e applicando la definizione Eba, e un Npl ratio netto del 2,3% includendo Ubi Banca”.
Intesa Sanpaolo continua quindi a lavorare sul de-risking, e secondo quanto si apprende dal giornale, in merito ai crediti deteriorati legati all’acquisizione di Ubi (escludendo quelli in capo alle filiali cedute a Bper), sarebbero alle battute alcuni ragionamenti fra la banca e Prelios.