Il prossimo 15 giugno dovrebbe riunirsi il cda di Mps con all’ordine del giorno una significativa riorganizzazione operativa delle funzioni dell’istituto.
L’indiscrezione viene riportata da La Stampa, secondo cui si tratta di un piano dettagliato e complesso, che cambierà mansioni e riporti di centinaia di persone, dal top management fino allo staff, creando vari team che dovranno collaborare nell’ambito di singole funzioni operative.
Secondo il giornale, mentre si sta facendo sempre più remota l’ipotesi di una vendita a UniCredit, il Tesoro, primo azionista della banca senese con il 64,2% del capitale, starebbe valutando concretamente il cosiddetto “spezzatino”, su cui erano emersi rumor già nei giorni scorsi.
Secondo il quotidiano, potrebbe nascere una piccola Mps con radici in Toscana e nel Centro Italia, che potrebbe essere controllata dalla Fondazione Mps tramite le azioni che riceverebbe a seguito di un accordo transattivo con la banca per chiudere la causa da 3,8 miliardi intentata dall’ente.
Poi ci potrebbero essere delle potenziali cessioni mirate di alcuni asset in capo a Mps, tra cui Widiba (la banca online del gruppo), che potrebbe suscitare l’interesse di Poste Italiane, o alcune funzioni centrali che potrebbero fare al caso al progetto di Banca del Sud (per ora in stand by) che Mediocredito Centrale vorrebbe costruire attorno a Banca Popolare di Bari.
Le altre attività potrebbe essere venduto a pezzi a diversi operatosi bancari, con le principali banche che prenderebbero in carico filiali, attivi e altri asset dell’istituto toscano in una sorta di soluzione “di sistema”.
Al momento si tratta solo di ipotesi, su cui eventualmente bisognerà capire come intende procedere il presidente del Consiglio, Mario Draghi, che non avrebbe ancora preso in mano la questione, e anche cosa ne potrebbero pensare le autorità europee.
Intorno alle 10:50 a Piazza Affari il titolo segna un ribasso dello 0,7% a 1,24 euro, mentre l’indice di settore cede lo 0,5 per cento.