In riferimento a quanto pubblicato su ilfattoquotidiano.it il 10 giugno sul bilancio consolidato al 31 dicembre 2020, Class Editori ha richiesto la pubblicazione della seguente rettifica che riguarda tutti i punti seguenti dell’articolo, indicati tra virgolette.
A partire dal titolo: “No dei revisori al bilancio”. È falso. No dei revisori significa che il bilancio è da loro bocciato in quanto non redatto in osservanza dei principi contabili. Nella terminologia della revisione, ciò si definisce come “Giudizio Negativo”.Non è affatto questo il caso di Class Editori.
La società di revisione si è limitata a riscontrare il fatto che, per le ragioni riportate dalla stessa nella relazione pubblicata ai sensi di legge, non si trova nella condizione di esprimere un giudizio sulla relazione finanziaria annuale, una cosiddetta “No Opinion”, cosa diversa da un no al bilancio.
“Class Editori ha perso 1/5 dei ricavi”. Un -20% del fatturato è una media assoluta delle aziende italiane nel 2020 che non abbiano tratto vantaggio ma svantaggio dal Covid. Avendo Class Editori due controllate, Telesia e Gambero Rosso, l’una fortemente condizionata dallo stop ai trasporti e l’altra dall’impossibilità di organizzare eventi in Italia e all’estero, Class Editori ritiene che sia stato raggiunto comunque un risultato economico più che nella media.
“Rosso di 20 milioni”. Una lettura corretta del conto economico evidenzia che oltre 8 milioni si riferiscono a svalutazioni e altri oneri straordinari.
“Il patrimonio netto si è dissolto, sceso in negativo per 9,9 milioni“. Il patrimonio netto consolidato del gruppo Class è negativo per euro 9,9 milioni a livello di bilancio consolidato, tuttavia il patrimonio netto della capogruppo quotata, Class Editori, è positivo per 17 milioni, pertanto non richiede interventi specifici ai sensi di legge.
“Il debito netto finanziario pesa per 95 milioni che scendono a 78 solo in virtù dei principi contabili Ifrs”. È esattamente il contrario: il debito finanziario è di 78 milioni e sale a 95 milioni per l’applicazione dei nuovi principi contabili IFRS, che da due esercizi richiedono che l’intero importo di contratti pluriennali di affitto siano considerati nel calcolo della posizione finanziaria netta.
“Il resto a portare il bilancio in negativo per 20 milioni lo hanno fatto gli ammortamenti per oltre 12 milioni”. Come indicato nel fascicolo di bilancio, sono ammortamenti e svalutazioni (4,3 milioni).
“Ma i revisori puntano il dito anche sul fatto che Class mantiene a bilancio i valori delle testate e degli avviamenti senza svalutarli”. Nella lettera dei revisori non c’è nessuna indicazione di questo tipo. Qualora avessero invece richiesto e rilevato delle svalutazioni, avrebbero dovuto quantificarle e professionalmente indicarle all’interno dell’opinion.
“Valori che, visto l’andamento economico degli ultimi anni, forse andrebbero riportati a valori più attinenti alla realtà”. La valutazione che hanno fatto gli amministratori si basa sui flussi dei piani industriali approvati il cui indirizzo viene confermato già dall’andamento dell’Ebitda della trimestrale 2021 approvata, nonostante il perdurare degli effetti economici del Covid abbiano impedito a Telesia e Gambero Rosso di recuperare appieno gli andamenti pre-pandemia.
“Fosse un’azienda normale, forse gli istituti di credito avrebbero già staccato la spina”. Non c’è niente che giustifichi questa affermazione. Negli ultimi cinque anni il gruppo Class Editori ha regolarmente pagato gli interessi per i finanziamenti in essere, pari a 12,5 milioni. Come tantissime altre società italiane, nel corso del 2020 ha ritenuto opportuno richiedere una moratoria delle scadenze alle banche, nell’interesse degli azionisti e degli stakeholder.