Carige – Nuovamente al centro dei rumor di M&A

Tornano a circolare i rumor sul possibile destino di Carige, la cui quota di controllo (80%) è detenuta dal Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (FITD).

Secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore, almeno 7-8 operatori industriali e finanziari avrebbero mostrato un interesse per il dossier e alcuni di questi potrebbero portare avanti un percorso di approfondimento.

Il giornale cita Banco Bpm, che non ha voluto commentare, Credem (reduce dall’acquisizione di CariCento), che ha confermato di essere stata contattata ma di non avere avviato ancora alcuna analisi. I due istituti, secondo il quotidiano, avrebbero firmato un non disclosure agreement.

Il Sole 24 Ore cita anche Crédit Agricole Italia, che ha da poco chiuso con successo l’Opa su Creval, Bper, che ha da poco rilevato un ramo bancario da Intesa Sanpaolo, la stessa Intesa Sanpaolo, che però non è interessata alla banca ligure e che recentemente ha acquisito Ubi Banca, UniCredit, in attesa di capire le mosse del neo Ad Andrea Orcel.

Alla data room avrebbero avuto l’accesso anche 2-3 fondi di private equity internazionali.

Dallo scorso marzo il FITD ha avviato l’iter per la dismissione della quota di controllo di Carige, assistito da Deutsche Bank. Il tutto dopo che Cassa Centrale Banca si è chiamata fuori dalla partita, rinunciando ad esercitare l’opzione call che le avrebbe permesso di rilevare suddetta partecipazione e assumere il controllo dell’istituto genovese.

In base alle tempistiche previste, l’obiettivo è arrivare entro luglio alla definizione delle offerte non vincolanti e a settembre per quelle vincolanti e impostare l’operazione entro fine 2021.

L’eventuale acquisizione di Carige porterebbe in dote Dta (dentro e fuori bilancio), per 1,2-1,3 miliardi, di cui il potenziale compratore potrebbe beneficiare per 400 milioni.