Fiera Milano – Riprende a fare business con il DL “Riaperture”

Il 2020 è stato un annus horribilis per Fiera Milano, la cui operatività è stata bloccata causa Covid-19. I ricavi sono così crollati da 280 a 73,6 milioni, mentre la marginalità operativa è scesa di 23 punti al 14,2% ed il conto economico si è chiuso con un rosso di 34 milioni rispetto all’utile di 34 milioni del 2019. La sospensione delle attività fieristiche e congressuali ha condizionato anche il primo trimestre 2021. In risposta agli impatti della pandemia, Fiera Milano ha posto le basi per una ripresa con il Piano al 2025 volto a traghettare la società ad una “nuova normalità” ed il nuovo calendario per la seconda metà del 2021. In un contesto che permane incerto l’azienda conferma le previsioni di un Ebitda compreso tra 35-45 milioni e un indebitamento netto fra 0 e 10 milioni (ante IFRS 16) con l’assunzione di una ripresa dell’attività a settembre.

Modello di Business

Fiera Milano gestisce il primo quartiere fieristico in Italia, presidiando numerosi comparti produttivi tra i quali moda, editoria, arredamento, sistema casa, meccanica strumentale, turismo, ospitalità professionale, alimentare, impiantistica, energia, edilizia, arte e nautica.

L’attività è focalizzata nella gestione, organizzazione e ospitalità di manifestazioni fieristiche ed altri eventi, attraverso la messa a disposizione di spazi espositivi attrezzati, supporto progettuale e servizi correlati. Completano l’offerta di servizi di ingegnerizzazione e realizzazione di allestimenti – sia preallestiti che personalizzati – servizi tecnici allestitivi e logistici, nonché una piattaforma multicanale che include web e convegni.

I servizi offerti riguardano:

  • allestimenti (progettazione di interni, esterni e allestimenti personalizzati);
  • ristorazione (catering, banqueting, punti di ristoro);
  • ospitalità (accomodation, assistenza viaggiatori, accoglienza);
  • media (servizi digitali, formazione manageriale e consulenza).

Ultimi Avvenimenti

La società ha reso noti i risultati del primo trimestre 2021 che tuttavia sono poco significativi in quanto scontano il blocco delle attività fieristiche e congressuali in Italia a seguito delle misure restrittive adottate dal Governo per il contenimento del Covid-19.

In estrema sintesi i risultati a fine marzo 2021 mostrano ricavi pari a 1,5 milioni, rispetto ai 47,6 milioni del marzo 2020, periodo in cui l’attività dei primi due mesi si era svolta in condizioni di normalità. L’Ebitda in linea con le previsioni della società, si tinge di rosso per 9,9 milioni (positivo per 15 milioni nel 2020) riflettendo l’andamento dei ricavi seppure parzialmente compensato dalla riduzione dei costi, in particolare, di gestione dei quartieri e del personale. A cascata negativo anche l’Ebit per 21 milioni (positivo per 3,8 milioni nel primo trimestre 2020). Il risultato ante imposte presenta una perdita di 23,2 milioni rispetto a una perdita di 0,1 milioni del pari periodo 2020.

Al fine di rispondere efficacemente agli impatti della pandemia, lo scorso 22 febbraio il board ha approvato il nuovo Piano Strategico 2021-2025, il cui obiettivo è traghettare la società da una fase ancora condizionata dall’evoluzione della pandemia ad una di “nuova normalità. “Siamo pronti – asserisce il presidente Carlo Bonomi – ad affrontare le sfide e a cogliere le opportunità che si presenteranno nel prossimo futuro”. “Passiamo da un modello di business che si basava principalmente sugli eventi fisici ad un modello ibrido, nel quale i servizi fisici saranno affiancati ed arricchiti da innovativi servizi digitali che miglioreranno la customer experience”, ha spiegato Luca Palermo Ad e Dg della società.

Infine, con effetto 1° marzo, l’ente meneghino ha ceduto a Quine Srl il ramo d’azienda editoriale relativo alle testate Tech, HoReCa e ICT.

Conto Economico

I risultati del 2020 di Fiera Milano risentono profondamente dalla prolungata sospensione delle attività fieristiche e congressuali connessa all’emergenza sanitaria Covid-19, provocando la cancellazione di numerose manifestazioni e lo svolgimento in forma ridotta di quelle tenutesi in settembre e ottobre. A ciò si aggiunge l’assenza di manifestazioni biennali previste negli “anni dispari”.

In questo contesto il giro d’affari consolidato è crollato a 73,6 milioni (-73%). Nel dettaglio, i ricavi delle attività fieristiche in Italia (82,8% del totale ricavi) diminuiscono a 63,6 milioni (235,3 milioni nel 2019), quelli all’estero (1,5% del totale) a 1,2 milioni (4,3 milioni nel 2019). Il settore Media (8,3% del totale) ha ricavi in calo a 6,4 milioni (11,1 milioni nel 2019), mentre il settore Congressi, pari al 7,4% del totale, ha fermato i ricavi a 5,7 milioni (39,7 milioni nel 2019).

Nell’anno la società ha tenuto 21 manifestazioni (52 nel 2019) a fieramilano a cui si aggiungono 5 eventi congressuali con annessa area espositiva (50 nel 2019). I metri quadrati netti espositivi sono stati pari a 350.855 rispetto a oltre 1,5 milioni del 2019, mentre il numero degli espositori è passato da 30.190 nel 2019 a 7.060. All’estero si sono svolte 18 manifestazioni (28 nel 2019), per un totale di 287.375 metri quadrati netti espositivi (511.230 nel 2019) con 5.070 espositori (9.630 nel 2019).

La negativa performance si riflette sulla marginalità. L’Ebitda segna un sensibile calo a 10,4 milioni, dai 106,1 milioni del 2019, peraltro in linea con quanto già comunicato al mercato in dicembre (range 8-12 milioni), in parte attenuato dalla riduzione dei costi e dei canoni di locazione dei siti fieristici di Milano e Rho e del centro congressi “MiCo” concordati con Fondazione Fiera Milano.

L’Ebit si tinge di rosso per 34,3 milioni (positivo per 59,6 milioni nel 2019) dopo 44,8 milioni (-4%) di ammortamenti.

Il 2020 chiude con un deficit di competenza pari a 34 milioni, includendo oneri finanziari netti per 12,7 milioni (-5%) e imposte positive per 13 milioni circa.

Stato Patrimoniale

A fine 2020 il patrimonio netto diminuisce a 63,2 milioni, rispetto ai 107,9 milioni del 2019, e peggiora l’indebitamento finanziario netto a 473,4 milioni (405,1 milioni nel 2019) a seguito della limitata operatività determinata dall’evoluzione pandemica.

Si rileva che la PFN nel 2019 e 2020 recepisce l’applicazione dell’IFRS16 riferito alle lease liability, al netto della quale nel 2020 risulta pari a 23,9 milioni, mentre nel 2019 presenta disponibilità per 68,3 milioni.

Ratio

I principali indicatori economici e finanziari mostrano un peggioramento, in particolare nel 2020 rispetto al 2019 a seguito del crollo dei risultati conseguiti nel periodo. In particolare, il rapporto di indebitamento da un lato riflette la diminuzione del patrimonio netto per la perdita conseguita, dall’altro, l’aumento dell’indebitamento finanziario netto (comprensivo dell’IFRS16). Diversamente nel 2018 sia l’indicatore della capacità di ripagamento del debito sia il rapporto d’indebitamento, non sono significativi in presenza di liquidità nette, che non includevano ancora l’applicazione dell’IFRS16.

Per quanto riguarda l’indicatore del ritorno per gli azionisti, dopo il consistente aumento del 2019 al 31,8% (22,6% nel 2018), frutto del risultato record realizzato, nel 2020 non è significativo per la perdita conseguita.

Piano Strategico 2021-2025

Al fine di rispondere agli effetti della pandemia, il management ha approvato il nuovo piano strategico denominato CONN.E.C.T. 2025 (Connections, Exhibitions, Community, Transformation), il cui obiettivo è quello di condurre la società ad una “nuova normalità”, confermando e rafforzando il ruolo di partner strategico a fianco delle imprese nei processi di innovazione, crescita ed internazionalizzazione.

Il piano si basa su quattro direttrici di sviluppo:

  1. valorizzazione dei servizi con un rinnovato modello di business basato su un’avanzata piattaforma di servizi integrati in grado di offrire una innovativa customer experience “phygital”;
  2. rafforzamento del portafoglio manifestazioni proprietarie e ospitate, ampliandone il respiro internazionale e lanciando nuovi eventi in settori resilienti e legati a promettenti macro-trend;
  3. sfruttamento del potenziale del quartiere fieristico di Rho. Tra le opzioni strategiche è prevista l’organizzazione di nuovi eventi B2C supportati da un accresciuto contesto esperienziale e di entertainment per accrescere il livello di occupazione degli spazi;
  4. consolidamento della leadership del business congressuale, facendo leva su un centro congressi fra i più moderni ed ampi d’Europa.

Target 2021 e 2025

Il perdurare della pandemia le misure restrittive ancora vigenti, informa la società, stanno fortemente condizionando anche il trimestre in corso, mentre segnala il normale svolgimento delle attività fieristiche in Cina seppure con un contributo limitato.

Nel primo trimestre il management ha posto le basi per un una rapida ripartenza. Come dichiara Luca Palermo Ad e Dg di Fiera Milano “Il piano strategico CONN.E.C.T. 2025 ha tracciato il percorso che ci guiderà nei prossimi anni”. l’Ad spiega inoltre “il DL ‘Riaperture’ di aprile, che ha sancito il via libera alla ripresa delle fiere e dei congressi in presenza ci dà la possibilità di riprendere a fare business. La seconda parte dell’anno vede la presenza di un calendario molto fitto: abbiamo sfruttato ogni finestra temporale utile per offrire la possibilità alle imprese di tornare nei nostri padiglioni e contribuire concretamente al rilancio del Paese”.

In un contesto che permane incerto Fiera Milano conferma le previsioni di un Ebitda compreso tra 35-45 milioni e un indebitamento netto fra 0 e 10 milioni (ante IFRS 16) con l’assunzione di una ripresa dell’attività a settembre. Tuttavia, la società stima che l’impatto sulla redditività operativa derivante dal minor fatturato atteso dall’edizione 2021 del Salone del Mobile e, prudenzialmente, da altre manifestazioni previste a calendario, possa essere compensato dall’effetto delle azioni in corso sul fronte del contenimento dei costi e dai contributi governativi in regime di de minimis.

La società ha indicato che ad oggi può contare su 70 milioni di disponibilità liquide e linee non utilizzate per 31 milioni. Inoltre, il piano strategico evidenzia che, con la ripresa delle attività fieristiche, il Gruppo sarà in grado di generare flussi di cassa adeguati al rimborso dei finanziamenti ricevuti, nel rispetto dei covenant concordati.

Fiera Milano rimane fortemente determinata a dare esecuzione al piano strategico e a cogliere le opportunità che si dovessero presentare in futuro per rafforzare il suo posizionamento competitivo.

Gli obiettivi economico-finanziari al 2025 sono:

  • Fatturato tra 290-310 milioni ed Ebitda fra 110-120 milioni, superiore ai livelli del 2019, nonostante una contrazione degli spazi espositivi (-12%) rispetto al 2019;
  • La significativa generazione di cassa dovrebbe portare a una disponibilità finanziaria netta, tra 75-85 milioni, consentendo di valutare opportunità di operazioni di M&A e remunerazione degli azionisti;
  • Nel quinquennio sono programmati investimenti per 115-125 milioni, di cui 90-100 milioni preventivati dalla Fondazione Fiera Milano volti a migliorare attrattività e sicurezza dei quartieri fieristico di Rho e congressuale di MiCo (Milano Convention Centre).

Banca Akros, nello studio dell’11 maggio, dopo le indicazioni emerse dalla conference call ha adeguato le stime assumendo una minore superficie affittata, pari a circa 800mq (930 mq nelle precedenti stime), e un fatturato 2021 intorno ai 150 milioni (160/180 milioni previsti dalla società nell’ipotesi di apertura a settembre), rispetto ai 198 milioni del precedente report.  La perdita dell’Ebitda dovrebbe essere compensata dagli aiuti Governativi in regime di minimis pari a 10 milioni (che dovrebbero essere incassati entro la fine del IIQ 21) e da ulteriori riduzioni di costi. La rimodulazione del fatturato non si ripercuote sulle stime 2022. Il tutto riepilogato nella tabella che segue.

Borsa

Il titolo Fiera Milano nell’ultimo anno ha mostrato un andamento fortemente altalenante, segnale dell’indecisione del mercato forse connesso non tanto alle news societarie quanto al susseguirsi delle misure restrittive per l’emergenza Covid.

Tuttavia, la partecipazione degli operatori si è intensificata negli ultimi mesi e il titolo è risalito dal minimo a 1,9 euro del 28 ottobre al massimo segnato il 22 aprile a 4 euro. L’azione che oggi viaggia in area 3,9 euro, nelle ultime 52 settimane ha guadagnato il 18,4%, rispetto al 64,5% del Ftse Italia Star, che sale al 38% da inizio 2021, sovraperformando l’indice di appartenenza che nel pari periodo ha registrato un rialzo del 26%.