Oggi si riunisce il cda di Mps che, oltre alla questione relativa alla riorganizzazione, dovrà esaminare anche una lettera ricevuta dalla BCE in cui l’Autorità di Vigilanza chiede chiarimenti in merito alla tempistica del rafforzamento patrimoniale.
Lo si apprende da MF ricordando che, nel caso la banca non riuscisse a finalizzare la cosiddetta “soluzione strutturale”, il Capital Plan prevede un rafforzamento patrimoniale stimato in 2,5 miliardi; importo non ancora rivisto dopo alcuni miglioramenti registrati nel primo trimestre 2021.
L’operazione, inizialmente prevista nel terzo trimestre 2021, è stata posticipata al quarto trimestre 2021 o al primo semestre 2022.
Lo scorso 31 maggio l’istituto, su richiesta della Consob, aveva fatto sapere che non c’erano aggiornamenti da segnalare in merito alla “soluzione strutturale o all’operazione di rafforzamento patrimoniale”.
Secondo il quotidiano, la BCE potrebbe anche chiedere una revisione della strategia. I rumor circolati nei mesi scorsi parlavano di due step: l’emissione entro giugno di un bond AT1 da circa 500 milioni e successivamente un aumento di capitale da 1,5 miliardi, a cui avrebbe dovuto partecipare anche il Tesoro.
Mps, insieme al Tesoro, socio di maggioranza con il 64,2% del capitale, sta lavorando alla soluzione strutturale, come comunicato al mercato a inizio febbraio. Un quadro più chiaro lo si potrebbe avere a luglio.
Le ultime indiscrezioni di stampa hanno parlato dell’ipotesi di una cessione in blocco a un unico operatore (UniCredit continua ad essere indicata come il partner più probabile) che, in seguito, individuerebbe perimetri di asset ben specifici da cedere ad altri soggetti, per rendere l’operazione più semplice e anche in ottica Antitrust.
Fonti di stampa hanno parlato di un potenziale interesse di Banco Bpm e Bper per gli asset del Nord Est, che potrebbero prendere in considerazione anche le attività toscane, mentre Mediocredito Centrale potrebbe rilevare le filiali del Sud, mentre perde quota l’ipotesi di una mini-Mps radicata in Toscana e controllata dalla Fondazione Mps.
Intanto, il fondo Apollo (unico soggetto che ha fatto l’ingresso nella data room) sarebbe interessato a un ampio perimetro di asset, ma secondo quanto riporta il quotidiano la proposta effettuata non avrebbe trovato il gradimento del MEF.
Intorno alle 10:30 a Piazza Affari il titolo cede l’1,2% a 1,21 euro, mentre l’indice di settore lascia sul terreno l’1 per cento.