Mps – Proseguono i rumor sulla privatizzazione

Non smettono di susseguirsi le indiscrezioni circa il processo di privatizzazione di Mps.

Secondo quanto riporta MF, dopo che nei giorni scorsi la BCE ha chiesto all’istituto toscano maggiori dettagli sulla tempistica del rafforzamento patrimoniale da 2,5 miliardi potrebbero verificarsi due scenari: un’accelerazione dell’iter per la privatizzazione o una nuova iniezione di capitale da parte del MEF, primo azionista della banca senese con il 64,2% del capitale.

Nel cda tenutosi ieri si sarebbe discusso anche di questa questione, oltre al possibile rafforzamento della partnership con Anima.

Del suddetto fabbisogno il board aveva iniziato a discutere a fine 2020, presentando un Capital Plan per ripristinare gli indicatori regolamentari.

Nel caso la banca non riuscisse a finalizzare la cosiddetta “soluzione strutturale”, il Capital Plan prevede un rafforzamento patrimoniale stimato in 2,5 miliardi.

I rumor circolati nei mesi scorsi parlavano di due step: l’emissione entro giugno di un bond AT1 da circa 500 milioni e successivamente un aumento di capitale da 1,5 miliardi, a cui avrebbe dovuto partecipare anche il Tesoro.

L’operazione, inizialmente prevista nel terzo trimestre 2021, è stata posticipata al quarto trimestre 2021 o al primo semestre 2022.

Lo scorso 31 maggio l’istituto, su richiesta della Consob, aveva fatto sapere che non c’erano aggiornamenti da segnalare in merito alla “soluzione strutturale o all’operazione di rafforzamento patrimoniale”.

Sul Capital Plan da mesi è stato avviato un confronto con la BCE, che però non ha ancora dato il via libera al piano presentato dalla banca senese.

Secondo quanto riporta il giornale, la BCE vorrebbe che Mps proceda con un rafforzamento patrimoniale entro fine anno in modo tale che il deficit di capitale non venga fuori dal bilancio e, nel caso tale tempistica dovesse essere confermata, il Tesoro spingerebbe per definire la strategia di uscita già entro luglio, quando tra l’altro saranno resi noti i risultati degli stress test.

Le ultime indiscrezioni di stampa hanno parlato dell’ipotesi di una cessione in blocco a un unico operatore (UniCredit continua ad essere indicata come il partner più probabile) che, in seguito, individuerebbe perimetri di asset ben specifici da cedere ad altri soggetti, per rendere l’operazione più semplice e anche in ottica Antitrust.

Fonti di stampa hanno parlato di un potenziale interesse di Banco Bpm e Bper per gli asset del Nord Est, che potrebbero prendere in considerazione anche le attività toscane, mentre Mediocredito Centrale potrebbe rilevare le filiali del Sud, mentre perde quota l’ipotesi di una mini-Mps radicata in Toscana e controllata dalla Fondazione Mps, che ha tra l’altro smentito un coinvolgimento nel futuro della banca senese.

Nel caso i tempi dovessero allungarsi, il Tesoro starebbe anche ragionando su una richiesta di proroga per la privatizzazione rispetto alla scadenza di fine 2021, fissata negli accordi presi nel 2017 con le autorità europee.

Intorno alle 09:50 a Piazza Affari il titolo guadagna l’1,2% a 1,22 euro, mentre l’indice di settore cede lo 0,3 per cento.